Web (internet) – Ancora non è dato sapere quando catene “viventi” di DNA potranno sostituire i tradizionali chip di silicio, ma gli scienziati americani sono ottimisti, sebbene non nascondano il fatto che in questo campo la ricerca è soltanto all’inizio.
Le speranze sono alimentate da un esperimento considerato anche dai media con grande attenzione ed effettuato presso l’Università del Wisconsin, un esperimento che sembra aver dimostrato che nel futuro del “DNA computing” ci sono possibilità importanti, a partire dalla risoluzione di problemi molto complessi.
La grande attenzione rivolta verso il DNA computing la si deve anche alla sorprendente capacità delle molecole di DNA di immagazzinare grandi quantità di dati: è stato stimato che un solo grammo di molecole di DNA potrebbe contenere l’equivalente di tremila miliardi di CD. Interessante, vero? Questo risultato proviene dal fatto che le informazioni nel DNA computing non vengono rappresentate in forma binaria (in 1 e 0) ma attraverso strutture di molecole appartenenti ad una catena di DNA.
Sarà il caso che Intel si ripassi qualche trattato di chimica?