NTT Comware ha sviluppato una tecnologia denominata Tangible-3D in grado di emulare il senso del tatto attraverso un guanto . Il sistema integra telecamere, monitor e qualcosa di molto simile allo storico PowerGlove Nintendo degli anni ottanta. Rilevando la forma e le caratteristiche di un oggetto, restituisce all’utilizzatore la sensazione di toccarlo con la propria mano.
“Questa tecnologia, grazie ad un dispositivo speciale, riproduce la sensazione fisica di raggiungere e toccare un oggetto o una persona lontane dall’utilizzatore” si legge in una nota dell’azienda: “Per esempio una sequenza 3D in tempo reale e gli stimoli tattili di una stretta di mano virtuale “.
Il dispositivo, in realtà, mette assieme diverse tecnologie. Sebbene sia in grado anche di lavorare con oggetti creati al computer, il sistema dispone di una coppia di telecamere capaci di catturare la struttura di elementi presenti nel mondo reale . L’immagine con la quale l’utente interagisce viene riprodotta su un particolare schermo , in grado di restituire una proiezione tridimensionale senza l’ausilio di occhiali speciali .
Il guanto integra invece una serie di piccoli sensori per tracciare il movimento, nonché un certo numero di dispositivi molto simili a quelli presenti nelle periferiche da gioco force feedback . Grazie a queste unità è in grado di stimolare i recettori tattili presenti sulla mano e restituire la sensazione di sfiorare o toccare l’oggetto rappresentato.
Quest’ultimo non deve neppure essere immobile: può muoversi liberamente , e lo spostamento verrà elaborato dal dispositivo e riprodotto dagli attuatori nel guanto in modo da fornire gli stimoli giusti. Al momento l’apparecchio funziona con una sola persona e un solo oggetto per volta, ma in futuro si prevede una piattaforma multiutente bidirezionale e capace di gestire più oggetti contemporaneamente.
I possibili impieghi del guanto Tangible-3D sono molteplici: oltre alla citata stretta di mano in videoconferenza, l’azienda elenca come esempi la possibilità di toccare oggetti rari esposti in un museo, oppure imparare a modellare un vaso in una classe di ceramica sfruttando un ambiente di lavoro virtuale. Anche i servizi di videochiamata personale potrebbero giovarsene: “Saremmo in grado di tenere la mano o accarezzare la testa di un nipotino che vive lontano” ha detto Shiro Ozawa, uno degli ingegneri che lavora al progetto.
In rete naturalmente si sono scatenate le ipotesi alternative : vanno per la maggiore i videogame e la pornografia , entrambi settori nei quali la manipolazione diretta e naturale di un oggetto sullo schermo potrebbero cambiare molto la qualità dell’esperienza in remoto. Ma anche l’idea di un semplice guanto-mouse (o mouse-guanto) stimola la fantasia dei blogger .
Luca Annunziata