Un keynote più intimo, meno glamour, e questa volta senza particolari intoppi per quanto attiene streaming pubblico: così Apple ha potuto mostrare ai suoi clienti e agli addetti ai lavori le novità che aveva in serbo per la collezione autunno-inverno degli iPad, senza dimenticare iMac e con un pizzico di Mac Mini. Non manca all’appello quasi nulla, visto che tra aggiornamenti a OS X e a iOS non ci sarà da annoiarsi nelle prossime ore a scaricare e installare aggiornamenti .
Come di consueto, sul palco per primo è salito il CEO Tim Cook: ringraziamenti e felicitazioni di rito per il lancio di iPhone 6, ma poi spazio subito a Craig Federighi che ha confermato il lancio quasi in contemporanea di OS X Yosemite (10.10, che è già disponibile gratuitamente per il download nel Mac App Store), di versioni aggiornate delle app del pacchetto iLife e iWork, e di iOS 8.1 : quest’ultimo è un update piuttosto significativo, a un mese circa dal lancio della precedente major release, visto che contiene molti aggiornamenti realizzati sulla scorta del “feedback” ricevuto dagli utenti in questi giorni e il codice necessario ad abilitare le funzionalità di Apple Pay in Nordamerica. In particolare il sistema di pagamento, rivela Tim Cook, sta riscuotendo un certo successo tra banche ed esercizi commerciali : ci sono i presupposti per un lancio in grande stile, segno anche che l’attesa per nuove formule di pagamento che scavalchino contante e bande magnetiche è piuttosto alta. Lunedì, quando iOS 8.1 verrà reso disponibile, tutti potranno iniziare a provarlo. E con il rilascio di Yosemite si completa anche l’introduzione delle nuove tecnologie Continuity che consento di combinare le funzioni di telefoni, tablet e PC all’interno dell’ecosistema Apple: chiamare via cellulare dal computer, iniziare un lavoro sul Mac e proseguirlo sul tablet e così via.
Il pezzo forte della serata, comunque, deve ancora arrivare: iOS e OS X hanno già ricevuto molta attenzione nei keynote precedenti, mentre questa volta Apple ha tanta voglia di parlare di hardware . Bisogna subito dire che all’appello mancano alcune delle novità che nelle scorse settimane erano state annunciate come possibili attori di questo keynote: niente aggiornamenti per MacBook e MacBook Air, visto che questa volta Cupertino ha deciso di concentrarsi sui desktop, segno che probabilmente per i laptop bisognerà attendere almeno fino al 2015. Ma non è dai PC che Apple decide di partire: forse non a caso, l’attenzione si concentra innanzi tutto sui tablet iPad che, da soli, hanno venduto nello scorso anno 70 milioni di pezzi. E Tim Cook è felice di condividere con tutti il dato che mostra come questo renda, di fatto e solo coi tablet, Apple il primo produttore di PC al mondo.
La novità principale della serata in questo comparto si chiama iPad Air 2 (è tornata la denominazione numerica per i tablet). Il design non è stato stravolto rispetto alla precedente versione, fatta eccezione per un piccolo particolare: il tablet ammiraglia di casa ora è spesso appena 6,1 millimetri, meno di un iPhone 6 plus , guadagnando anche qualche grammo nel peso complessivo (437 grammi la versione WiFi, 444 quella 4G) pur mantenendo la stessa autonomia della versione precedente. Ciò è stato reso possibile dall’adozione del nuovo SoC A8X (la versione potenziata dell’A8 che equipaggia gli smartphone), che ha migliorato l’efficienza energetica del prodotto, e dalla introduzione di un nuovo sistema di produzione dello schermo: ora non c’è più spazio tra il vetro e il display, che dispone anche di un nuovo rivestimento antiriflesso che dovrebbe migliorare la qualità della visione in tutte le condizioni e amplificare la sensazione di poter “toccare” i contenuti durante l’utilizzo.
Come anticipato, iPad Air 2 adotta il pulsate Home analogo a quello di iPhone con il lettore di impronte Touch ID : Apple sottolinea l’importanza di questa novità non solo per lo sblocco senza password del prodotto, ma soprattutto in funzione della privacy e della sicurezza per quanto riguarda i propri dati e i pagamenti. Lo stesso vale anche per il nuovo iPad Mini 3 , che è di fatto identico al precedente (persino il processore resta lo stesso) fatta eccezione per il pulsante Touch ID: una mossa inusuale per Apple, che lascia indietro l’hardware di un nuovo tablet, ma che può essere letta anche in prospettiva come un tentativo di differenziare il più possibile la propria offerta per migliorare le vendite di ciascun prodotto nel proprio segmento di prezzo , anche adottando lo stesso approccio per lo storage visto su iPhone 6 eliminando dal listino le versioni 32GB nei prodotti più recenti.
Di fatto ora Apple ha in listino 5 diversi tablet : si parte dall’iPad Mini originale, che monta l’ormai superato schermo 1024×768 spinto dall’altrettanto “anziano” SoC A5 (ancora a 32bit), ma che costa appena 249 euro per la versione 16GB WiFi (299 per il 4G), per poi passare all’iPad Mini 2 (quello con lo schermo Retina) che invece costa 299 euro per la versione WiFi da 16GB. iPad Mini 2, iPad Mini 3 e iPad Air originale condividono la stessa impostazione hardware: SoC A7 a 64bit, schermo Retina 2048×1536 (ovviamente in diagonali diverse: 7,9 per il Mini, 9,7 per l’Air), coprocessore di movimento M7 come su iPhone, fotocamera posteriore da 5 megapixe e anteriore da 1,2MPx. La scelta tra questi tre modelli sarà orientata dalle esigenze dell’utente: a seconda se desideri il riconoscimento delle impronte Touch ID, se voglia un maxi-storage da 128GB, se non possa fare a meno della versione dorata (disponibile per iPad Mini 3 e iPad Air 2) e naturalmente di quale sia la diagonale di schermo che meglio si adatta alle sue abitudini. Così facendo Apple copre agevolmente quasi tutte le fasce di prezzo tra 299 e 719 euro (il prezzo massimo che si può pagare per un iPad Mini 3 da 128GB con modulo 4G).
iPad Air 2 resta l’unico tablet Apple a disporre di un processore 64bit di seconda generazione e del nuovo tipo di schermo zero-gap : chi non vuole scendere a compromessi, vuole tanto spazio storage con uno spessore di appena 6,1 millimetri, e disporre del prodotto migliore che Cupertino può offrire in questo segmento, non dovrà far altro che sborsare da 499 euro per la versione WiFi 16GB, o fino a 819 euro per il modello 4G da 128GB. Anche la fotocamera è stata migliorata, sbandierando una fantomatica vocazione del tablet per questo scopo: di fatto il sensore posteriore da 8 megapixel pare identico a quello montato da iPhone 5S lo scorso anno (non ha le nuove funzioni per la messa a fuoco rapida e la lente f/2,2 di iPhone 6), e offre a chi non può fare a meno di scattare foto con in mano una tavoletta da 10 pollici le stesse possibilità di moviola, time-lapse, scatto in sequenza e stabilizzazione dell’immagini via software già disponibili sugli smartphone di famiglia.
Non c’è molto altro da dire sulle novità iPad: Apple quest’anno ha puntato, come ormai consuetudine, per un’evoluzione più che una rivoluzione rispetto al 2013 , in quello che è diventato un ciclo della durata di 24 mesi circa nel quale viene prima mostrato un qualche tipo di cambio radicale nel design, nell’hardware o nel software dei suoi prodotti, a cui segue un momento di assestamento e rifinitura del concetto precedentemente presentato. Le vendite del nuovo iPad Air 2 inizieranno oggi, e lo stesso vale per iPad Mini 3: gli altri prodotti sono già disponibili nell’App Store online. Il principe della serata, tuttavia, è senza dubbio il nuovo iMac da 27 pollici con schermo 5K : a una risoluzione 5120×2880 sullo schermo IPS abbina processori Intel Core di quarta generazione e schede grafiche AMD Radeon R9, con un prezzo altrettanto “grandioso” di 2.629 euro per la versione base (ma ci vuole poco per far salire il prezzo a quasi 3.900 euro allargando la RAM fino a 32GB, lo storage fino a 3GB con un’unita Fusion, e optando per una Radeon R9 M295X con 4GB di memoria GDDR5 integrata). Apple ha spiegato le difficoltà di realizzare questo prodotto: secondo l’azienda non esisteva in commercio un chip di controllo per uno schermo di questa risoluzione (14,7 megapixel, 7 volte il numero di pixel di uno schermo HD) ed è stato necessario progettarne e realizzarne uno, assieme a un nuovo sistema di retroilluminazione, il tutto nello stesso chassis precedente spesso 5 millimetri.
Viste le capacità e la risoluzione, ma soprattutto il prezzo, iMac 5K non è un prodotto adatto alle famiglie in cerca del loro PC domestico : è un prodotto destinato a utenza pro, per esempio coloro i quali lavorano con video in risoluzione 4K che avranno la possibilità di editare le immagini sullo schermo senza ridimensionamenti avendo comunque l’interfaccia del software che stanno utilizzando a disposizione. Il capitolo schermo ultraHD comunque pare solo iniziato: la presenza del solo modello 27 pollici in questa nuova versione, e la persistenza della precedente offerta a listino, dice che come in passato con gli schermi Retina per i MacBook Apple ha preferito cominciare dai prodotti più costosi il processo di cambiamento, che richiederà qualche mese nella migliore delle ipotesi per farsi strada gradualmente in tutto il listino.
Sul fronte opposto, un aggiornamento spetta anche al piccolo di casa: Mac Mini viene portato alla quarta generazione di Intel Core, e come già successo con iMac da 21 pollici c’è un nuovo modello “low-cost” con processore i5 da 1,4GHz che abbassa il prezzo di ingresso a 519 euro a prezzo di qualche compromesso in fatto di potenza elaborativa. Non ci sono altri cambiamenti significativi al design del prodotto, fatta eccezione forse per la doppia porta Thunderbolt 2 sul pannello posteriore. Tutti i nuovi Mac mostrati sono ovviamente dotati di WiFi migliorato e godono di tutta l’attenzione che Apple è solita mostrare per impatto energetico e ambientale.
Il keynote di ottobre di Apple non è stato una replica in pompa magna dell’edizione di settembre: Apple Watch e iPhone, i due prodotti più glamour del marchio, sono già sul mercato o richiederanno ancora qualche mese per arrivarci. Lo smartwatch di Apple resta ancora un oggetto misterioso , e solo dal prossimo mese gli sviluppatori avranno accesso all’SDK necessario per iniziare a creare nuove estensioni e app per il dispositivo e conoscere a fondo l’idea di hardware che Cupertino ha in mente per questo segmento. I tablet a questo punto sembrano invece un segmento giunto a una sorta di “stallo creativo”, in cui non paiono a portata di mano cambiamenti rivoluzionari che ne mutino drasticamente le caratteristiche e le capacità (l’unica che abbia provato a fare qualcosa è stata Lenovo con il pico-proiettore del suo ultimo Yoga ). I PC attraversano invece solo a questo punto la mutazione verso le nuove risoluzioni oltre l’HD, e questo fenomeno potrebbe in parte rilanciarne le quotazioni e le vendite seppure per ora il prezzo non sia proprio popolare: questo non sarà un percorso breve, Apple l’ha appena imboccato e occorrerà ancora del tempo prima di comprendere appieno dove porterà l’azienda della Mela e anche la sua concorrenza.
Luca Annunziata