Chi in passato ha giocato a tennis o a golf ne avrà senz’altro sentito parlare: Liquidmetal è il marchio commerciale che è stato scelto per una serie di leghe a base di zirconio e titanio , marchio che spesso ha fatto capolino nei listini dei produttori di racchette , sci e mazze dalle caratteristiche elastiche e di resistenza spiccate. Apple se ne è assicurata l’esclusiva per l’utilizzo nel settore elettronico (compresi tutti i brevetti associati), con buona pace di Nokia e SanDisk che in passato avevano usato questi materiali per la produzione dei propri dispositivi (la linea di lusso Vertu della finlandese, i lettori Sansa e alcune chiavette Cruzer per la seconda).
L’annuncio dell’accordo, come di consueto, non proviene da Cupertino: la legge USA impone alle società di comunicare alla SEC gli aggiornamenti sui loro affari che risultino significativi per lo sviluppo degli stessi, e la scorsa settimana Liquidmetal Technology ha informato tramite un apposito formulario di aver raggiunto un patto di esclusiva con Apple. Da quanto si è appreso, tale esclusiva riguarda unicamente la produzione di prodotti elettronici . Dovrebbero restare inalterati tutti gli altri accordi stretti da Liquidmetal con altri produttori di altri settori: come quelli, appunto, degli attrezzi sportivi.
Visto invece l’impegno di Steve Jobs con desktop, laptop, smartphone e player multimediali (senza dimenticare i tablet), in pratica nessun concorrente diretto potrà più fare uso di questi materiali in futuro. L’accordo ha carattere perenne e mondiale , ed è stato completato con il versamento di una cifra (sconosciuta) da parte di Apple nelle casse di Liquidmetal. L’idea di Cupertino è probabilmente quella di impiegare questo tipo di leghe per la scocca dei dispositivi portatili (MacBook e tutti quelli della serie iOS), in modo da realizzare un guscio quanto più possibile resistente e protettivo, oppure semplicemente di impedire alla concorrenza di farne uso.
La caratteristica fondamentale delle leghe Liquidmetal è la struttura atomica: pur essendo a tutti gli effetti un metallo, conservandone cioè le caratteristiche peculiari, in luogo del consueto assetto cristallino il materiale si presenta sotto forma amorfa . Il risultato fondamentale di questa innovazione è una resistenza allo stress meccanico persino superiore a quella delle leghe di titanio, oltre alla capacità di assorbire e rilasciare in maniera efficiente l’energia elastica. In altre parole, così come una racchetta da tennis con inserti in Liquidmetal migliora la sua reattività e la capacità di restituire alla pallina dopo l’impatto una maggiore quantità di energia, allo stesso modo una scocca formata da questo materiale dovrebbe garantire maggiore sicurezza in caso di cadute, urti, pressioni.
Inoltre, il “metallo liquido” in alcune formulazioni resiste molto bene ai graffi , alla corrosione, e mostra capacità acustiche particolari. Con alcune modifiche nella formulazione della lega si possono ottenere varianti efficaci nella trasmissione del calore o dell’elettricità, che amplificano o smorzano i suoni, che mostrano capacità elastiche spiccate o resistono molto bene allo stress. Il tutto con spessori di gran lunga inferiori a quelli tipici delle leghe di alluminio : in più, la temperatura di fusione del materiale è decisamente più bassa rispetto a quella dei metalli tradizionali, semplificando il processo di produzione di strutture complesse (basti pensare, ma è solo un ipotesi, a un guscio unibody di un MacBook Pro realizzato in fusione di Liquidmetal invece che scavato dal pieno di alluminio).
Si tratta, in ogni caso, solo di speculazioni per il momento. È pressoché indubbio che prima o poi questo materiale farà in qualche modo il suo debutto nelle diverse linee di prodotto di Apple (che non deve aver sborsato poco per questa esclusiva), ma se si tratterà solo di un fatto estetico o di un più complesso contributo tecnico non è dato ancora saperlo.
Luca Annunziata