Un laser che ti legge dentro

Un laser che ti legge dentro

Ci stanno lavorando alcuni scienziati statunitensi: una bandana indossata dall'utente informatico consentirà al computer di capire le emozioni che prova. E se è troppo, o troppo poco, stimolato dal suo lavoro
Ci stanno lavorando alcuni scienziati statunitensi: una bandana indossata dall'utente informatico consentirà al computer di capire le emozioni che prova. E se è troppo, o troppo poco, stimolato dal suo lavoro

Far sapere al mondo o, meglio, a colleghi, amici e parenti come ci si sente in un certo momento o, meglio ancora, come ci sente mentre si sta al computer . Questo lo scopo di una singolare “bandana” messa a punto da una crew di ricercatori della Tufts University che, a sentire InformationWeek , è tutto meno che una boutade. Il concept di questo strumento ha già ottenuto un finanziamento di 445mila dollari dalla National Science Foundation statunitense.

Il cuore del dispositivo è la spettroscopia nota come fNIRS, acronimo che sta per functional near-infrared spectroscopy : sensori fNIRS vengono indossati assieme alla bandana, sensori che sono dotati di diodi laser che sparano luce infrarosso-vicino verso la fronte e che – spiega il Science Daily – possono così tenere sott’occhio i livelli di ossigenazione del cervello.

La luce penetra infatti di due o tre centimetri: in generale tende a passare attraverso i tessuti umani, un comportamento che però cambia quando incontra emoglobina ossigenata (o non ossigenata) nel sangue. In quel caso le onde luminose vengono assorbite dalle aree attive – colme di sangue – del cervello, e qualsiasi luce rimanente viene riflessa verso i sensori fNIRS.

Niente di fantascientifico, assicurano i responsabili del progetto come Sergio Fantini, uno dei ricercatori della Turfts. Si tratta, insiste, di una spettroscopia assolutamente non invasiva e non dannosa , capace però di raccontare alcune cose sullo stato di concentrazione, o di noia, o sulla stanchezza, di chi indossa la bandana.

In questa fase della ricerca, gli scienziati non promettono alcun genere di accuratezza ma spiegano che, monitorando questo genere di dato, è possibile pervenire ad una lettura che in futuro potrebbe garantire di individuare “emozioni” come la frustrazione .

Secondo un collega di Fantini, Robert Jacob, “nuove tecniche di valutazione che monitorano l’esperienza dell’utente mentre lavora con il computer sono sempre più importanti. In un dato momento un utente può essere annoiato, in quello successivo essere sopraffatto”.

Rimane da capire, evidentemente, quale possa essere lo scopo di una bandana di questo tipo: da utilizzare probabilmente in ambito medico, perché un “rilevatore” di questo tipo, se impiegato ad esempio in ambienti di lavoro, potrebbe rivelarsi tutt’altro che un beneficio per chi lo indossa. Di interesse il fatto che una delle prime applicazioni ipotizzate riguardi, come accennato, l’ utente informatico . È il computer che potrebbe “leggere” l’ossigenazione dell’utente e dunque reagire in modo adatto.

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Pubblicato il
15 ott 2007
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