Roma – Salve,
nella mia attività di consulente informatico e di Rivenditore di soluzioni per aziende e professionisti mi è capitato abbastanza spesso di trovarmi di fronte a dei veri e propri ricatti alla “o bevi o affoghi”.
Stavolta è Infocamere, che nel programma per la firma digitale che prevede l’uso dei lettori di smart card, pretende di sindacare l’uso di software libero o commerciale nelle condizioni di Licenza e persino la struttura di base del sistema ospite.
“Sono molte le voci sdegnate che si sono levate contro il modo di procedere di Infocamere, ente “pubblico” che qualcuno in passato ha addirittura additato per presunte leggerezze nel trattamento se non persino nella cessione dei dati delle aziende, quali indirizzi email che sarebbero stati utilizzati in alcuni importanti casi di spam.
Alcuni Collegi dei Ragionieri hanno richiesto ai Parlamentari di attivarsi per una reale semplificazione della normativa, che al momento prevede la necessità di rilasciare le smart card anche agli amministratori delle società, ed in alcuni casi, persino ai soci.
Il delicatissimo aspetto della limitazione della libertà e della limitazione della concorrenza è stato bene impostato dallo Studio Polli , in questa pagina .
Purtroppo, figlia di una semplificazione che spesso si trasforma invece in pura e semplice delega di competenze, è nata una firma digitale che non fa che aggravare il caos di adempimenti e di responsabilità, a danno dei professionisti, dei consulenti e delle aziende di informatica.