Chi ha detto che ecologia e tecnologia non possano coesistere? Se oggi stentano a guardarsi in faccia domani le cose potrebbero cambiare. Una ipotesi che, per quanto strampalata possa apparire, prende vita nel concept ideato dall’eclettico designer David Veldkamp: LawnPC è un dispositivo rivoluzionario, fatto di materiali riciclabili e funzionante senza l’ausilio di una presa elettrica. Basta un po’ di luce, proprio come per una pianta tradizionale.
A vedersi tutto sembra tranne che un computer: insolita la forma, insolito il look. Il giochino appare come una fioriera zen piatta, dalle linee morbide che strizzano l’occhio all’immaginario Mac. Una fioriera in cui crescono verdi fili d’erba hi-tech, realizzati in cotone su cui sono stampate piccole celle solari utili ad immagazzinare l’energia e a inviarla nei tre accumulatori posti sulla base.
Costituito da tre accumulatori, il computer è in grado di immagazzinare circa 60 watt per ora, un utilizzo sufficiente per far funzionare il computer per le applicazioni base. La particolare forma rende il dispositivo un pezzo d’arredamento da tenere in bella mostra: dotato di tecnologia wireless può essere posizionato vicino alla finestra in modo da assorbire più luce e più aria. Già, perché il dispositivo comunica con le varie periferiche senza l’ausilio di alcun cavo e non necessita di alcun sistema di raffreddamento poiché è sufficiente l’aria che passa tra le setole erbacee.
Niente spine, niente bollette salate. Certo, magari non potrà essere usato per applicativi ciuccia-batteria, ma se realizzato sarebbe il primo PC autonomo, i cui impieghi potrebbero tornare utili in zone e in situazioni in cui l’elettricità scarseggia. Altro pregio del concept, la versatilità: può essere utilizzato anche come caricabatterie alternativo utile a ricaricare dispositivi multimediali quali lettori mp3, fotocamere e via dicendo. Per il momento nulla è dato sapere sulle specifiche tecniche, poiché si tratta pur sempre di un concept: l’idea è originale, certo, l’estetica c’è, ma senza sostanza il tutto potrebbe tramutarsi più in un esercizio di stile piuttosto che in una vera innovazione tecnologica.
Grazie alla sua linea insolita il dispositivo ha suscitato grande curiosità in tutto il web: in molti ne parlano, e le reazioni si alternano tra stupore e scetticismo. “60 watt non sono sufficienti per applicazioni affamate di energia e videogame” si legge sul blog Eco Gadgets. “Inoltre, tutti i problemi legati alla generazione di energia solare rimangono, poiché la gente dovrà comunque affidarsi ad una cara vecchia presa di corrente se vorrà continuare ad avere delle romantiche chattate notturne”.
Vincenzo Gentile