Le missioni cinesi verso lo Spazio potrebbero presto riservare sulla Terra i primi effetti collaterali: un grosso vettore cinese denominato The Long March 5B, infatti, cadrà sul nostro Pianeta entro i prossimi giorni, ma tutto ciò in modo del tutto incontrollato. Molto difficile, quindi, prevedere dove potrà cadere: è questo il maggior motivo di preoccupazione che sta al momento calamitando attenzioni attorno alla vicenda.
41.5 degrees: dove cadrà The Long March 5B?
Il vettore è stato usato lo scorso 29 aprile per il lancio di Tianhe, modulo fondamentale per lo sviluppo della futura stazione spaziale cinese. Non è chiaro cosa sarebbe dovuto succedere e la sensazione è che non tutto sia andato per il verso giusto: la Cina ha così presto perso il controllo dell’orbita del razzo al termine della sua missione di lancio e nel giro di poche ore un importante investimento scientifico si è trasformato in spazzatura spaziale in caduta libera verso la Terra. Quel che ora ci si sta chiedendo è però ciò che è più afferente all’immediata realtà: dove cadrà e con quali conseguenze?
“41.5 degrees”: è questa l’unica indicazione oggi disponibile per poter abbozzare le prime previsioni. Si tracci una linea immaginaria che collega Washington, Madrid, Napoli e Pechino: è questo il limite nord entro cui la caduta potrebbe avvenire. Nell’emisfero australe il limite è tra il Cile e la Nuova Zelanda, sfiorando sul Sud Africa e l’Australia. Tra queste due linee ogni singolo punto di caduta è possibile, compreso il sud Italia.
A contatto con l’atmosfera il “relitto” andrà a decelerare, aumentando il ritmo di caduta e andando in incandescenza. Le parti più resistenti (tra il 20 e il 40% della massa complessiva) potrebbe resistere all’attrito e raggiungere il suolo terrestre: una caduta in zone abitate sarebbe chiaramente pericolosa, sebbene la mera statistica voglia poco probabile questa opzione (acqua e deserto sono ben più presenti che non i centri abitati).
Poco rassicurante è il fatto che la Cina dovrà assumersi oneri e responsabilità per eventuali danni arrecati. La parabola della lenta caduta verso la Terra, con un progressivo allentamento dell’orbita, è in fase di continuo monitoraggio per riuscire a prevedere con la massima precisione possibile quale possa essere l’esito di questa vicenda.
In passato sono già accaduti fatti simili, ma fortunatamente con conseguenze limitate. La parola “fortunatamente” è d’obbligo perché in questi casi l’intervento umano non può più avvenire: la caduta è fuori controllo, troppi fattori rendono impossibile una stima migliore di quella fatta ad oggi ed il fatto che tonnellate di materiale metallico stiano per piovere sulla testa non è qualcosa che possa tranquillizzare. La NASA, nel frattempo, ha già fatto sapere la propria opinione in merito: tutto ciò non è accettabile e gli screzi geopolitici e spaziali tra USA e Cina sono probabilmente soltanto marginali nell’espressione di un giudizio sulla vicenda.