Un riscatto per i dati del cellulare

Un riscatto per i dati del cellulare

Dalla Cina, con discreto furore, arriva un trojan per smartphone che prende in ostaggio i dati memorizzati e ne chiede il riscatto al titolare
Dalla Cina, con discreto furore, arriva un trojan per smartphone che prende in ostaggio i dati memorizzati e ne chiede il riscatto al titolare

Si chiama Kiazha , agisce con molta circospezione e può essere fonte di forte preoccupazione per i possessori di uno smartphone. Si tratta di un trojan che ha l’obiettivo di “sequestrare” i dati memorizzati sul dispositivo e di rilasciarli solamente dietro il pagamento di un riscatto.

La dinamica di questo tipo di ransomware , fenomeno già noto , è semplice: uno smartphone – o PDA-phone – può rimanerne colpito quando l’utente scarica (anche via Bluetooth) un’applicazione apparentemente innocua. Kiazha, nella fattispecie, in realtà si annida nel dispositivo per infettarlo con una serie di virus e genera un SMS che compare sul display dell’apparecchio, in cui l’utente si vede chiedere un riscatto: “Warning your handset is infected. Please prepare 50 cny and then contact QQ number QQ766566889”, ossia: “Attenzione, il tuo apparecchio è infetto. Per favore, prepara 50 yuan e poi contatta il numero QQ 766566889”. In pratica si richiede l’equivalente di circa 4,5 euro per il “rilascio” dei dati presi in ostaggio, da versare mediante un sistema di pagamento online.

Kiazha colpisce apparecchi dotati di sistema operativo Symbian e, oltre a blindarne i dati contenuti, tenta di carpire informazioni tecniche (come la versione del sistema utilizzato sullo smartphone) e capaci di identificate l’apparecchio (come il codice IMEI). Il problema dato da questo tipo di infezioni non è da sottovalutare, soprattutto per gli utenti che viaggiano per lavoro e utilizzano lo smartphone per memorizzare dati importanti per la propria professione: numeri telefonici, contatti commerciali, appuntamenti, file e documenti in formato elettronico di vario tipo. Inutile osservare che, di fronte al rischio di perdere un patrimonio considerato prezioso, un utente verosimilmente potrebbe pagare senza troppe remore.

Il suggerimento è sempre il medesimo, da applicarsi con adeguati accorgimenti tanto nel mondo dei computer quanto su quello degli smartphone: procurarsi una soluzione antivirus e non acconsentire mai all’installazione di un’applicazione sconosciuta dopo il download di un file, soprattutto se proveniente da una fonte non conosciuta. Consigli scontati? Non troppo, stando a quanto ha scritto pochi giorni fa Virus Bulletin : tra gli utenti di smartphone, coloro che hanno pensato di adottare una soluzione antivirus sono meno del 30 per cento .

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Pubblicato il
9 apr 2008
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