NewCastle (Australia) – La depressione? Si cura con il mouse. Una intraprendente psicanalista del dipartimento d’igiene mentale dell’ Università di Newcastle , in Australia, racconta di avere in mano la soluzione per alleviare le pene di chi soffre della più diffusa patologia psicologica. Arruolare una schiera di psichiatri? Niente di tutto questo: la dottoressa Frances Kay-Lambkin (vedi foto) è convinta che basti la sua invenzione, un software motivazionale nato – dice – da una lunga esperienza nel campo della terapia cognitivo-comportamentale.
Sarà un sollievo – afferma la dinamica psicoterapeuta – per tutti i depressi che vivono in zone isolate : attraverso un’interfaccia informatica, i pazienti potranno avere a portata di mano un saldo appiglio per ritrovare la voglia di vivere: un Cd-ROM. I risultati dei test finora condotti, sostiene la Dott.sa Kay-Lambkin, sono “entusiasmanti e rassicuranti” e questo perché “la terapia computerizzata non è soltanto facile da usare” ma soprattutto perché “offre speranze di guarigione anche a tutti coloro che si vergognano della propria condizione, non sopportando l’idea di dover ricorrere ad una cura appropriata”.
Il programma, distribuito e sperimentato su un campione di cento pazienti depressi, avrebbe dunque un’ efficacia terapeutica persino pari alle tradizionali sedute psicanalitiche: un incubo per il futuro reddito di schiere di psicoterapeuti? In un’intervista al Sydney Morning Herald , la ricercatrice si dice pienamente soddisfatta “dei dati finora raccolti” e plaude ai “numerosi vantaggi della terapia computerizzata”.
Su basi assai diverse, l’eccezionale alchimia tra computer e cura dell’anima è stata scoperta dall’eccentrico Timothy Leary, icona degli anni sessanta. Il Dott. Leary , fine psicologo, nel 1985 dette vita a Mind Mirror , il primo software psicanalitico della storia.
La speranza, dunque, è di poter allargare ulteriormente la sperimentazione del nuovo strumento informatico: il prossimo passo, secondo i ricercatori australiani, è diffondere l’uso del programma per fare fronte alla grande richiesta di psicanalisti. Una persona su cinque, in Australia, soffre di depressione legata all’abuso di alcool o altre sostanze stupefacenti: secondo ricerche accademiche, molti depressi ed alcolisti appartengono all’etnia aborigena, spesso dimenticata dal governo di Canberra. Accoglieranno di buon grado questa nuova tecnologia? Gli scienziati sono convinti che l’aiuto informatizzato sia una cura accessibile – anche per loro.
Tommaso Lombardi