La conoscenza del diritto alla riservatezza scarseggia e gli abusi si moltiplicano. Per questo è necessaria un’energica azione di sensibilizzazione, a partire dalle giovani generazioni. Questo il messaggio diramato ieri nel corso della celebrazione per la Giornata europea per la protezione dei dati personali che si è tenuta ieri presso la sede del Garante per la privacy .
Nel corso della celebrazione, l’Autorità garante ha distribuito ai giovani presenti adesivi e magliette con lo slogan Giù le mani dai miei dati , in presenza anche dei ministri Fioroni (Pubblica Istruzione) e Santagata (Attuazione del programma di Governo).
“L’Italia – ha dichiarato Francesco Pizzetti, presidente del collegio del Garante – è un paese per certi aspetti ancora un po’ anarcoide. C’è bisogno che si rifletta sull’uso e sui comportamenti che possono incidere sulla riservatezza delle persone, capire le opportunità e i rischi delle nuove tecnologie e coinvolgere le generazioni più giovani, perchè di loro sarà il futuro. Questa Giornata europea è stata dedicata ai ragazzi proprio per far capire che proteggere i loro dati personali è proteggere la loro libertà, è proteggere la loro possibilità di vivere al massimo il bene delle
nuove tecnologie e limitare il più possibile i pericoli che queste comportano”.
Secondo Pizzetti sono necessari nuovi accordi internazionali, ad esempio “per tutelarci anche quando i nostri dati escono fuori dai confini europei e varcano l’oceano, ad esempio per essere prelevati e custoditi in America, dove vi è una filosofia del tutto diversa in proposito, rispetto al livello alto di sensibilità che caratterizza sul tema l’Europa”.
Massima attenzione, dunque, per i nuovi strumenti di controllo, in particolare quelli biometrici, dalle impronte alla scansione dell’iride fino all’esame del DNA: tutte informazioni che possono essere conservate e riprodotte e che quindi – ha sottolineato Pizzetti – sono “utilizzabili anche ai nostri danni, con rischi e pericoli davvero elevatissimi”.
Pizzetti ha anche accennato al difficile equilibrio tra tutela della riservatezza e garanzie di sicurezza collettiva. “Privacy e sicurezza – ha dichiarato – non devono essere mai una contro l’altra ma rappresentare due aspetti dello stesso bisogno che l’uomo ha di essere protetto nella sua vita e di essere libero di viverla nel modo migliore possibile: questo è il nostro lavoro e il nostro impegno quotidiano”.