Un valigione verde militare, gli spigoli smussati e rinforzati, antiurto. Il contenuto? Cavi usb, adattatori di ogni tipo per far fronte alle esigenze di persone dislocate in ogni angolo del mondo, ma soprattutto due hard disk da 500 giga, corazzati con dei box mimetici e riempiti di ogni genere di conforto digitale. Quasi fosse un progetto di book crossing sui generis, negli hard disk itineranti sono archiviati musica, film e audiolibri a cui attingere, contenuti da scambiare e da integrare a favore dei prossimi destinatari della valigia.
Tutto è cominciato nel 2006 con un crash di proporzioni colossali, la perdita di oltre 700 giga di dati e con la frustrazione di un ingegnere del New Jersey, nome in codice Deviant Ollam . Una frustrazione che ha ceduto il passo all’entusiasmo nel constatare che il manipolo di hacker della sua community si è prontamente reso diponibile, condividendo a sua volta il materiale che lui aveva offerto loro. Reduce da questa esperienza, Deviant Ollam ha deciso di investire le sue competenze e quelle della crew che lo attornia per un progetto di storage collaborativo , a favore dei militari in missione all’estero.
È così che, raccontava TGDaily , prende il via il Traveling Terabyte Project. Recuperati due spaziosi hard disk ad un prezzo di favore, Deviant Ollam ha pensato di adattare una robusta valigia che sapesse proteggere il contenuto dagli urti, dalle condizioni atmosferiche più inospitali e dalla sottile sabbia del deserto. Si è poi dedicato all’archiviazione di 800 giga di contenuti , che spaziavano dalle registrazioni di discettazioni tenute al DefCon , l’evento che dal 1993 cattura l’interesse degli hacker di tutto il mondo, all’ intrattenimento , con retrogame, musica, film e rip di serie tv provenienti dalla sua rinnovata collezione, tutti codificati in formati liberi e neutrali.
Problemi con il copyright? È lo stesso Deviant Ollam a ribattere che il materiale circola “in un ristretto gruppo di amici”.
Un ristretto gruppo di amici che può contare su connessioni Internet costose e traballanti, che rendono il tradizionale file sharing un’operazione pressoché impossibile. Un ristretto gruppo di amici che non può approfittare dell’acquisto online di libri e contenuti audiovisivi a causa dei lunghissimi tempi di consegna. Ai militari in missione all’estero spesso non resta che contare sulle forniture inviate dalle famiglie in patria: il Traveling Terabyte Project intende innescare un virtuoso circuito di scambio offline di questi contenuti, che possa rallegrare serate interminabili nella alienante solitudine di basi e accampamenti.
Nel settembre 2006, la valigia itinerante ha raggiunto l’Iraq , per la gioia dei militari americani, che hanno iniziato ad accaparrarsi contenuti, per poi rispedire la valigia alla base successiva , non prima di aver integrato gli hard disk di nuovi contenuti collaborativi, di foto e messaggi, e non prima di aver appuntato sul taccuino allegato le coordinate della loro base, per tenere traccia del percorso della valigia.
La valigia, dopo un anno, ha solcato chilometri e chilometri, si è arricchita di materiale, ha allietato la permanenza all’estero dei militari. Un successo tale da indurre Deviant Ollam ad assemblare una seconda valigia itinerante, quella che ha recentemente raggiunto la base americana in Tagikistan, della quale racconta TGDaily , e a meditare di organizzare un sito dedicato, che possa raccogliere suggerimenti e contributi per ampliare la scala del progetto.
Gaia Bottà