Uno strumento per il debugging del software altrettanto semplice da utilizzare dei classici correttori grammaticali inclusi nei word processor. È così che IBM descrive Rational Software Analyzer (RSA), un tool concepito per aiutare gli sviluppatori a individuare gli errori di programmazione già in fase di stesura del codice, prima della sua compilazione.
IBM sostiene che oggi la maggior parte del software viene verificato quando il 90% del codice è già stato scritto. Rational Software Analyzer permette di effettuare la scansione delle righe di programma prima della sua messa in opera, un approccio che, secondo Big Blue, riduce il numero di bug nel codice finale di un fattore compreso fra il 15 e il 20%.
“Il mondo odierno è fortemente dipendente dal software: la definizione di processi di business e la creazione di nuovi prodotti costituiscono gran parte del lavoro dei team di sviluppatori”, ha affermato Federico Botti, manager di Rational Software in IBM Italia. “Poiché i fallimenti dei progetti legati al software sono sempre più comuni a causa della loro complessità, gli sviluppatori hanno l’esigenza di creare software più stabili e affidabili, in tempi sempre minori”.
IBM afferma che il suo nuovo tool, sviluppato come plug-in della piattaforma di sviluppo open source Eclipse , è in grado di identificare molteplici tipologie di errori di programmazione e di stile, e di fornire agli sviluppatori suggerimenti su come rimediare ai problemi rilevati.
Da uno studio condotto negli Stati Uniti tra le aziende che sviluppano software, IBM ha calcolato che l’identificazione e la correzione dei bug costa complessivamente 60 miliardi di dollari ogni anno, ossia circa 16mila dollari a bug.
Rational Software Analyzer gira su Linux e Windows ed è disponibile in due edizioni: la Developer, dal costo di 3550 euro, e la Enterprise, che gira su di un server e, per circa 50mila euro, può essere utilizzato da un numero illimitato di utenti della stessa azienda. Va notato come le cifre dei prezzi in euro siano identiche a quelle espresse in dollari: nella conversione, dunque, Big Blue non ha considerato il tasso di cambio tra le due valute.