Non si può dire che sia risorta dalle sue ceneri come una fenice, ma poco ci manca. Nonostante i 5 miliardi di dollari bruciati a causa della sfortunata vicenda Note 7 , sembra che Samsung abbia saputo mantenere salda la sua forza vendita accelerando su altri segmenti oltre al mobile. Una capacità di gestione e diversificazione premiante stando ai risultati del quarto trimestre 2016 , appena pubblicati . Niente a che vedere con il difficile trimestre precedente .
La chiusura d’anno è stata in volata portando l’azienda a raggiungere un risultato record. Dati simili non si vedevano dal 2013, anno d’oro per l’azienda coreana, in quel caso grazie all’impulso dato dalle vendite di smartphone. La società ha annunciato ricavi consolidati per 53,33 miliardi di Won Coreani (45,5 miliardi di dollari) e 9,22 miliardi di Won (7,93 miliardi di dollari, un salto in avanti del 50 per cento ) come risultato operativo per il trimestre . Questa volta è il business dei semiconduttori a fare da traino , un campo su cui l’azienda non ha mai smesso di investire e su cui si sta concentrando sempre più, assieme allo sviluppo di memorie e display.
Secondo gli analisti sono stati diversi gli elementi che hanno contribuiti a questi dati. Il dollaro forte ha avuto la sua buona parte di merito. Le rassicuranti prospettive d’investimento su tecnologie all’avanguardia su cui l’azienda è concentrata hanno già registrato l’interesse di investitori e soprattutto del mercato. È in particolare la tecnologia V-NAND al centro delle nuove celle di memoria con struttura non planare per una maggiore affidabilità e velocità dei dati ad aver convinto il pubblico, oltre che i nuovi schermi OLED e pannelli UHD di grandi dimensioni , anch’essi molto richiesti.
La diversificazione di Samsung ha giocato un ruolo sostanziale nel mantenere alta la redditività dell’azienda. L’uragano generatosi per via dei problemi con il Note 7 (seguiti da spiegazioni ufficiali proprio in questi giorni) sembra essere giunto ormai a fine corsa lasciando spazio ad un sicuro appetito del mercato per i nuovo Note 8 (ancora in cantiere). Anche durante la “crisi”, comunque il segmento mobile ha saputo reagire con forza, sostenuto in buona parte dalle vendite dei dispositivi Galaxy S7 e S7 edge.
Il 2017 sarà un anno di ulteriori conferme e crescita nonostante il burrascoso avvio caratterizzato da una crisi politica (molti politici indagati per corruzione e coinvolti anche i vertici aziendali). Superati i problemi di politica interna, si guarderà all’elettronica di consumo che nel 2016 ha subito una leggera flessione. Saranno le TV l’asso nella manica dell’azienda (già leader), con i nuovi dispositivi QLED e UHD TV , ma si guarda speranzosi anche verso il settore B2B con il lancio di nuove macchine elettroniche ed elettrodomestici. Ovviamente il mobile continuerà a rivestire un ruolo fondamentale. In fatto di cessioni dovrebbe invece essere sempre più vicina la vendita della divisione computer a Lenovo .
“Per il mobile, nel 2017, l’azienda continuerà ad innovare sia nel software che nell’hardware su tutte le sue linee dando priorità alla sicurezza dei consumatori. Nonostante si attenda un rallentamento della crescita del mercato degli smartphone a livello mondiale quest’anno, i nuovi servizi come l’intelligenza artificiale costituiranno un elemento differenziante. Il business mobile cercherà di rafforzare la propria leadership nel mercato premium, rafforzando parallelamente la competitività degli smartphone di fascia medio-bassa con l’aggiunta di caratteristiche innovative presenti nei modelli di fascia alta” recita una nota. C’è da scommettere quindi, in quest’ultimo caso, un probabile balzo in avanti per le serie Galaxy A e J che aumenteranno la loro diffusione.
Tutto ciò nel breve termine. È evidente che nella strategia per una crescita nel medio e lungo termine le parole chiave saranno invece IoT (Internet of things) e AI (Artificial intelligence), ma anche automotive . La stessa Samsung non fa mistero della sua strategia, mettendo tutto nero su bianco nelle comunicazioni su questa trimestrale.
Mirko Zago