In dieci, al massimo quindici secondi, è possibile rubare un’auto con un Nokia 3310 e un cavo. È quanto emerge oltreoceano e non si tratta di un pesce d’aprile in ritardo, bensì di una nuova tecnica sfruttata dai malintenzionati per impossessarsi dei veicoli altrui, sfruttando il celebre telefono lanciato dal brand finlandese nell’ormai lontano 2000. Non servono particolari competenze (se non la propensione al crimine).
C’è chi ruba le auto con un Nokia 3310
CAN injection, così è definito il metodo. A descriverlo è stato per primo Ken Tindell, CTO della società Canis Automotive Labs specializzata in sicurezza informatica applicata al mondo delle quattro ruote. Il furto si attua manomettendo uno dei fari della vettura e connettendosi poi al bus CAN (Controller Area Network) per interagire con il sistema di bordo, disattivando l’antifurto e permettendo così di avviare il motore. Tra i video dimostrativi che circolano in rete, uno fa riferimento al modello Toyota RAV4, ma ne sarebbero vulnerabili anche modelli prodotti da Maserati, Land Cruiser e Lexus.
Le prime segnalazioni inerenti ad auto rubate con modalità riconducibili a questa tecnica risalgono al mese di aprile 2022. La particolarità dello strumento impiegato, un Nokia 3310 appositamente modificato, lo ha portato ora agli onori delle cronache. Alcune unità del telefono con firmware modificati e chip aggiuntivi (uno dei quali estratto da un altoparlante JBL da 10 dollari) a tale scopo sono stati individuati in vendita su Telegram e attraverso alcuni siti, a un prezzo intorno ai 2.700 euro.
La buona notizia è che il rischio può essere scongiurato attraverso un aggiornamento software, che richiederebbe comunque un intervento da parte del proprietario e/o del produttore. Una soluzione definitiva consisterebbe nell’introduzione di una protezione crittografica per i messaggi veicolati attraverso il protocollo di comunicazione impiegato dal bus CAN, così da rendere innocui quelli che non provengono direttamente dalla centralina della vettura.