I due ricercatori ungheresi Bottyan Nemeth e Laszlo Laufer , dell’ Università di Budapest , hanno ideato un sistema semplice ed economico per “leggere nel pensiero” degli esseri umani e sostengono che con due semplici elettrodi posti sulla mano sono in grado di prevedere con un certo anticipo le “mosse” di un umano.
Nel corso di una sperimentazione, hanno chiesto ad alcuni soggetti di giocare con un celebre flash-game : YetiSports JungleSwing . Scopo del gioco è condurre un uomo delle nevi da un albero all’altro mediante dei salti: la difficoltà è insita nella imprevedibilità del momento migliore in cui spiccare il balzo. A tutti sono stati applicati un sensore per la misurazione del battito cardiaco, uno per misurare l’attività celebrale e due piccoli terminali sulla mano sinistra che registrano i segnali elettrici .
Lo studio ha dimostrato che basta quest’ultimo valore a garantire uno scarto nell’ordine di due secondi per la previsione della prossima mossa del giocatore: prima che ai muscoli sia effettivamente impartito il comando di muoversi, il sistema nervoso viene attraversato da una corrente elettrica misurabile che basta ad un comune computer per accorgersi delle intenzioni del soggetto e “reagire” di conseguenza.
Tutti gli altri dispositivi di questo tipo realizzati finora sfruttano meccanismi più complessi per funzionare: dalla topografia ottica che muove il trenino Hitachi, al rivelatore di onde celebrali che consente di giocare con la spada di Darth Vader , quasi tutti implicano l’uso di un casco per un esame simile all’ elettroencefalogramma e di un computer per interpretare i dati raccolti. Il dispositivo ungherese è invece più compatto ed economico .
A parte i videogame con lo Yeti, secondo Laufer sono molte le applicazioni utili di questa scoperta: “Ci sono situazioni reali in cui farebbe comodo un aiuto per prendere la decisione giusta al momento giusto” spiega a New Scientist “Penso ad applicazioni militari, ad esempio i piloti di aereo, ma certamente ce ne sono molte altre”.
Una potrebbe essere proprio la creazione di videogiochi : “Un’altra possibile idea che ho in mente – dice – è una sorta di gioco della frustrazione “. Un gioco, insomma, che complica la vita dell’essere umano tentando di prevedere le sue mosse e cambiando la situazione di gioco e la velocità di esecuzione per spiazzarlo: basterebbe integrare una coppia elettrodi in un comune gamepad per aggiungere questa funzione a qualsiasi titolo di qualunque piattaforma.
Luca Annunziata