Una colletta per salvare gli scritti di Turing

Una colletta per salvare gli scritti di Turing

Lanciata una campagna di raccolta fondi per riscattare i documenti autografati dal matematico inglese. Google sborsa 100mila dollari. Ma non sembra bastare
Lanciata una campagna di raccolta fondi per riscattare i documenti autografati dal matematico inglese. Google sborsa 100mila dollari. Ma non sembra bastare

Ai più è noto per il suo famosissimo test , che stabilisce se le macchine siano in grado di pensare come il cervello umano. Ma soprattutto Alan Turing può essere condiderato uno dei padri dell’informatica e annoverato tra i più grandi matematici del Novecento . Ora, a cinquantasei anni dalla sua prematura scomparsa , la più nota casa d’aste al mondo, Christie, sta per mettere all’asta gran parte degli scritti appartenenti dal grande matematico, incluse le sue prime pubblicazioni.

Si tratta di una collezione di dimensioni enormi, pensata per essere la più grande in circolazione, realizzata da Maxwell Newman, professore amico di Turing, al quale quest’ultimo consegnò le ristampe dei propri lavori. Nonostante gli scritti dello scienziato appartengano a un museo, sembra che Bletchley Park, sito dell’unità principale di crittoanalisi del Regno Unito dove il team scientifico guidato da Turing riuscì a decifrare messaggi scambiati da diplomatici e militari tedeschi durante la Seconda Guerra Mondiale, non possa arrivare a coprire il costo dell’intera raccolta, stimato intorno alle 500mila sterline .

Gareth Halfacree, scrittore freelance e giornalista, ha lanciato la campagna Saving Turing’s Papers per raccogliere il denaro sufficiente ad acquistare i documenti in odore di asta, e donarli a un museo affinché possano continuare ad essere fruiti dal pubblico. L’operazione risulta simile a quella condotta da Bill Gates, il quale rilevò alcuni quaderni di appunti di Leonardo da Vinci per donarli, successivamente, al Seattle Art Museum. L’interesse di Halfacree sembra essere esclusivamente quello di tutelare un patrimonio considerato universale : “Salviamo gli scritti dall’essere rinchiusi insieme ad altri oggetti di valore all’interno di una collezione privata”, è il messaggio principale della campagna .

Le risposte positive all’appello del giornalista non si sono fatte attendere. La più notevole (se non altro per la cifra sborsata) arriva da Google, che ha annunciato di aver donato 100mila dollari. Sfortunatamente, la donazione sembra essere troppo bassa e, per giunta, in ritardo. La casa d’aste, infatti, si è premurata di far sapere che saranno considerate solo le offerte “serie”, vale a dire quelle che si avvicineranno di più alla stima massima: ovvero, come detto, 500mila sterline.

Cristina Sciannamblo

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Pubblicato il
24 nov 2010
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