Portare i videogiochi horror a un nuovo livello di coinvolgimento, replicando il successo di determinati titoli videoludici, come Resident Evil, con il passaggio dalla modalità di gioco in terza persona alla modalità in prima persona.
Questo potrebbe essere l’obiettivo di cui si è voluto dare dimostrazione all’ultimo Exile Game Jam con Oculus Rift.
Questo dispositivo è un Head Mounted Display (HDM), meglio noto dalle nostre parti come casco visore, capace di creare una realtà tridimensionale impressionante, a tal punto da far rivivere agli utenti una vita parallela degna di un Tagliaerbe moderno.
Il dispositivo, che ha avuto origine da un progetto Kickstarter iniziato con un obiettivo di finanziamento di soli 250mila dollari e terminato con una raccolta pari a due milioni e 450mila dollari, riesce quindi ad amplificare in modo impressionante l’immersività delle applicazioni.
A darne un esempio inquietante e mozza…testa, all’Exile Game Jam, Oculus Rift è stato fatto provare ad alcuni utenti con una demo dell’applicazione Disunion.
Il giocatore si ritrova appoggiato su un ceppo in legno, con una folla urlante, che inneggia alla morte e una persona alla propria destra che urla in modo irritante. Si ha solo il tempo di guardare verso l’alto, vedere che c’è una lama affilata che penzola sulla propria testa e… Spack! La testa inizia a rotolare.
Gli utenti che lo hanno provato la prima volta sono rimasti senza fiato, per poi scoppiare in una grande risata rilassante, a mo’ di sospiro di sollievo per la finzione di quanto vissuto. La seconda prova, poi, non ha incusso nei giocatori lo stesso timore, in quanto già preparati a quanto stava loro per accadere.
Il simulatore di ghigliottina è un’idea di tre progettisti software, Erkki Trummal, André Berlemont e Morten Brunbjerg, che hanno proprio voluto dare riprova del modo e della portata con cui un dispositivo come Oculus Rift possa modificare la percezione della realtà, portando la fruizione degli ambienti virtuali su un livello molto elevato e in molti campi delle attività umane.
Una semplice dimostrazione, dunque, da far letteralmente girare la testa…
(via TheVerge )