Roma – Da un’indagine condotta nei paesi europei in cui l’utilizzo di internet risulta maggiormente diffuso, il 14% dei bambini avrebbe incontrato persone conosciute in rete, ed il 44% avrebbe visitato, più o meno per caso, siti pornografici. Tutto alla faccia degli ignari (?) genitori. Lo dicono i dati UE.
…E si corre ai ripari
Mentre gli Stati Uniti si arrovellano su come rendere politically correct i contenuti del web a suon di mozioni , paventando lo spettro del terrorismo e della pedofilia, il parlamento europeo ha istituito un programma, denominato Internet Safer Plus , finalizzato alla promozione di un uso sicuro della rete da parte dei minori. Il documento approvato sembra scritto con un minimo di raziocinio e apparentemente senza insidie per le libertà digitali. Ma andiamo con ordine.
Il testo fa anzitutto distinzione tra contenuti illegali , definiti dal diritto internazionale e pertanto sotto il controllo dei singoli stati membri, e contenuti indesiderati e nocivi , la cui gestione viene affidata alla sensibilità del singolo utente; di conseguenza, anche le attività di contrasto vengono diversificate.
In particolare, sono state individuate quattro linee di azione, ognuna delle quali gode di un proprio budget:
1) Lotta alla proliferazione dei contenuti illegali, attraverso una rete di Hotline che riceve le segnalazioni dell’utenza e le rinvia agli organi competenti (magistratura, polizia);
2) Contrasto dei contenuti nocivi e indesiderati, attraverso un sistema di classificazione dei contenuti affiancato dalle nuove tecnologie di filtraggio;
3) Promozione d’un ambiente sicuro, grazie all’istituzione di un forum che coinvolgerà tutte le parti interessate (autorità nazionali, ISP, ecc?);
4) Sensibilizzazione dell’utenza sul problema e sulle relative proposte.
Il documento concede discrezionalità all’utente nella scelta dei contenuti non illegali da poter filtrare. Nessuna aggressione alle libertà digitali pertanto, a meno che il programma non venga recepito all’italiana dal nostro sistema legislativo, ovvero storpiato nell’essenza e negli intenti.
Il progetto Internet Safer Plus sembra aver fatto il suo ingresso nel nostro paese a passi felpati: a riguardo v’è solo una blanda nota nelle pagine del Ministero dell’Innovazione Tecnologica.
Del resto, in Italia esiste già un codice di autoregolamentazione denominato Internet&Minori , sottoscritto da numerosi provider con il patrocinio del Ministero delle Comunicazioni, peraltro molto simile nei contenuti ad Internet Safer Plus; inoltre alcuni ISP propongono o forniscono già alla propria clientela, in virtù del suddetto codice, alcuni filtri a monte o a valle della connessione.
MC-link consiglia ad esempio un filtro distribuito dall’ ICRA , da installarsi direttamente sul PC, la cui efficacia, tuttavia, è stata oggetto di dubbi da parte dell’associazione dei provider Assoprovider .
Tiscali mette poi a disposizione della clientela un filtro, basato sulle tecnologie sviluppate dall’associazione Davide ONLUS , sulla connessione dell’utente.
Bisogna tener conto tuttavia che ovunque i filtri vengano collocati è sufficiente modificare le configurazioni di sistema affinché questi possano essere aggirati; a tal proposito Tiscali osserva: “Internet è un mondo aperto, e chi ha buone skill riesce a bypassare non solo questo filtro, ma non dimentichiamoci che stiamo parlando di una protezione per i minori e si presuppone che la maggior parte di loro non abbia il know how necessario”.
Anche senza stratagemmi tuttavia, dopo pochi minuti di navigazione “protetta”, e senza uscire dal portale di Tiscali, è possibile ritrovarsi dinanzi all’ ennesima modella tutta cosce dotata d’un alquanto spiccato “senso del risparmio”; il filtro pertanto non pretende di sostituirsi alla sorveglianza dei genitori ma è un sussidio, uno strumento. “Con questo servizio ci limitiamo a fornire a famiglie ed educatori – precisa Tiscali – degli strumenti finalizzati a tutelare i minori”; poi si sa, ogni mezzo rende al massimo se chi ne fa uso è equipaggiato di competenza e di buon senso.
(Maurizio Galeone)