Un errore di gioventù, una dichiarazione avventata, una citazione sconveniente: ci vuole poco per lasciare in rete tracce di sé che si preferirebbe veder scomparire nel tempo, obiettivo quasi impossibile vista la natura permanente di molte informazioni online. Ed è per sfruttare questa situazione e la ricerca del diritto all’oblio sulle informazioni che l’americana Reputation Defender offre un servizio a pagamento ai propri clienti: per rimuovere ciò che danneggia la loro reputazione e, quindi, riabilitarsi agli occhi del pubblico Internet.
Ne parla Wired che osserva come l’azienda conti tra i propri consulenti un professore di legge di Harvard e alcuni laureati delle più prestigiose università americane. Non sarebbe quindi una boutade: l’idea è che giovani ed adulti possano davvero ricorrere ai servizi dell’azienda pur di veder uscire da Internet informazioni sgradite che li riguardano direttamente.
Reputation Defender offre a costi diversificati tutto quello che va da un report mensile sulle informazioni individuate negli spazi Internet più diversi, dai blog personali ai database commerciali, all’attività vera e propria di “rimozione”.
Questa avviene evidentemente attraverso lettere minacciose che per conto dei propri clienti l’azienda intende inviare a quei webmaster o gestori di servizi che pubblicassero le informazioni che si intendono rimuovere. Poiché nella stragrande maggioranza dei casi chi riceverà lettere del genere non vorrà rischiare una denuncia, le informazioni saranno prontamente rimosse. In realtà, spiegano i promotori, le “procedure” sono molte ed in continua evoluzione, ma non tutte garantiscono il risultato.
Ad esempio Reputation Defender spiega ai propri clienti che citazioni in articoli di giornale o su pubblicazioni istituzionali non possono essere rimosse se non in casi rarissimi. Se questa è la situazione, al cliente viene rimborsato l’intero importo del servizio. Inoltre – spiega l’azienda – non si vuole reprimere la libertà di espressione: “Non siamo molto propensi all’idea di aggredire notizie che sono genuinamente di interesse generale”.