Roma – Ha qualcosa di incredibile in tempi di massima allerta per la sicurezza negli Stati Uniti la notizia secondo cui la bellezza di 595 computer della Marina americana sono spariti. Non si sa dove sono e in mano a chi. Si sa invece che almeno 14 di quelle macchine contengono informazioni classificate e potenzialmente pericolose per gli USA e chissà per chi altri.
Stando ad un rapporto interno della Marina finito nelle mani della stampa, dei 595 computer tra laptop e desktop non si ha notizia ormai da fine luglio. Nè si sa in che mani possano essere finiti quelli che contenevano informazioni strategiche per la sicurezza degli Stati Uniti.
Quel che si sa è che tutti i PC rubati appartengono alla flotta che si trova nel Pacifico, a Pearl Harbor, e in una appendice del rapporto sulla sparizione che circola da settimane nella US Navy si legge un commento dell’ammiraglio Jonathan Greenert, secondo cui “il rilascio di queste informazioni potrebbe impattare negativamente sulla sicurezza nazionale”. “Un rischio serio – si legge – perché PC contenenti informazioni classificate e riservate sono stati perduti o sono stati compromessi, e dunque rappresentano una minaccia alla sicurezza nazionale e un potenziale imbarazzo per il Ministero della Marina”. Imbarazzo senz’altro alle stelle dopo la pubblicazione sui media americani del rapporto che doveva rimanere nelle stive della US Navy.
Preoccupa anche una nota a margine del rapporto: “Non ci sono dati su quanti altri PC fossero utilizzati per l’elaborazione di informazioni classificate”. I 14 punti deboli, dunque, potrebbero essere ben di più.