L’ iPhone , da oggetto del desiderio, può trasformarsi in breve tempo in qualcosa di nefasto, se utilizzato incautamente. Lo ha scoperto a proprie spese – è proprio il caso di dirlo – il fondatore ed editor-in-chief di Wired Chris Anderson, che si è visto recapitare da AT&T Wireless una bolletta decisamente salata: 2.100 dollari, poco più di 1.400 euro.
È stato lo stesso Anderson a confessarlo, al Financial Times e sul suo blog Long Tail , ammettendo che la bolletta è stata gonfiata da una sua svista: il giornalista non si era curato di disattivare sul proprio melafonino (utilizzato per pochissime chiamate) il download automatico della posta elettronica, impostato con un intervallo di tempo di dieci minuti. In condizioni normali, e con un utilizzo dell’iPhone sul territorio nazionale, in cui per il traffico dati si applica una tariffa flat, questo non è assolutamente un problema. Lo diventa – assumendo proporzioni importanti – se l’utente lascia attiva questa funzione quando viaggia all’estero, ed è proprio ciò che Chris Anderson ha fatto: ha preso il suo iPhone ed è andato in Cina per dieci giorni.
Una volta atterrato, il papà di Wired ha acceso l’iPhone, noncurante del download automatico, generando dall’estero un’enorme mole di traffico dati, di cui ha avuto sentore solamente quando ha ricevuto un SMS che lo avvertiva di chiamare al più presto il proprio operatore per prevenire l’emissione di una bolletta di importo elevato. Il messaggio (opportunamente immortalato) è però arrivato tardi, quando l’addebito aveva raggiunto quota 2mila dollari.
AT&T, interpellata dal Financial Times, ha dichiarato che – nei propri piani tariffari – esistono soluzioni che avrebbero ridotto la spesa lamentata da Anderson al più umano importo di 300 dollari (poco più di 200 euro) e che un utente deve chiedere esplicitamente che il proprio iPhone sia abilitato ai servizi di roaming dall’estero. La compagnia ha aggiunto che avrebbe proposto ad Anderson l’applicazione di un piano tariffario più vantaggioso, se il suo customer care fosse stato chiamato tempestivamente.
Sorprende che un episodio del genere sia capitato a una persona come Chris Anderson, che con il mondo della tecnologia non ha certo una dimestichezza superficiale. Probabilmente non ha nemmeno avuto occasione di leggere della disavventura della famiglia Levy , che la scorsa estate ha ricevuto una bolletta da 4.800 dollari, altrimenti si sarebbe premunito disattivando il download automatico dell’e-mail, o evitando il problema alla radice lasciando a casa l’iPhone. Anche acceso.
Ma ciò che è successo a lui, può capitare a chissà quanti altri utenti iPhone. A cui AT&T, ricevendo la richiesta di abilitazione al roaming, potrebbe attivare (o quantomeno proporre) l’apposita soluzione tariffaria per servizi di roaming che dice di non essere – sfortunatamente – riuscita ad applicare ad Anderson.
Dario Bonacina