Un'alleanza per sostenere gli spyware?

Un'alleanza per sostenere gli spyware?

Una ditta nota agli utenti di mezza internet si scaglia contro la legge che negli USA vorrebbe rendere illegali i programmini che si infilano nei PC senza dichiarare la loro presenza. E trova insperati alleati
Una ditta nota agli utenti di mezza internet si scaglia contro la legge che negli USA vorrebbe rendere illegali i programmini che si infilano nei PC senza dichiarare la loro presenza. E trova insperati alleati


Salt Lake City (USA) – Il suo nome è ben noto agli utenti di internet perché è il riferimento di molti dei più contestati software pubblicitari che si sono in questi anni diffusi in rete, programmi spesso e volentieri accusati di essere a tutti gli effetti degli spyware . Il suo nome è WhenU ed è un’azienda che ora si scaglia contro la già celebre proposta legislativa americana che vorrebbe mettere fuorilegge i programmi-parassiti .

La proposta di legge federale, nota come SPYBLOCK ha già ricevuto ampi consensi e il mese prossimo una normativa regionale del tutto simile diventerà efficace nello stato dello Utah. Secondo WhenU si tratta però di una legge incostituzionale che va giudicata in tribunale.

WhenU ha chiesto al tribunale della contea di Salt Lake una ingiunzione preliminare che blocchi la legge nello Utah, affermando che lo “Spyware Control Act” rappresenta una violazione del Primo Emendamento , quello sulla libertà di espressione, e ammettendo che la sua introduzione provocherebbe danni al proprio business.

“WhenU – si legge in una nota – ha anche chiesto che il tribunale impedisca che la legge possa essere retroattiva. Se ciò non accadrà, allora WhenU chiederà i danni allo Utah sostenendo che si tratta di una normativa che sottrae beni alla WhenU in modo contrario alla costituzione dello Utah”.

Va da sé che una causa del genere, voluta da quella che viene considerata la principale softwarehouse nel mondo degli spyware, non è che una prova generale di quello che potrebbe accadere sul piano federale non appena la normativa anti-spyware venisse approvata dal Congresso degli Stati Uniti.

Occorre anche sottolineare che la versione della normativa nello Utah è particolarmente gravosa per i produttori in quanto anche se l’utente dà il proprio consenso, i software di questo tipo non possono registrare le azioni compiute su web dall’utente stesso, non possono inviare ad altre aziende i dati sull’utente né sparare messaggi pop-up promozionali. Inoltre non sono consentite promozioni pubblicitarie che appaiano sul monitor dell’utente quando questi visita certi siti web che sono “in tema” con le promozioni previste dal software installato, una funzionalità tipica dei software di produttori molto noti come Gator (oggi nota come “Claria”).

In realtà, la carica di WhenU contro la legge potrebbe trovare alleati insperati. Il testo, come purtroppo accade spesso e non solo negli USA, non è infatti stato redatto con sufficiente know-how e dunque la sua applicazione appare potenzialmente molto ampia, al punto da aver messo in allarme colossi come eBay, AOL e Microsoft. Queste imprese, insieme ad altre, stanno pensando di opporsi alla legge perché, così com’è, potrebbe colpire anche le attività commerciali trasparenti condotte in rete.

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Pubblicato il
15 apr 2004
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