Il Garante per la protezione dei dati personali ha inflitto una multa di 2,8 milioni di euro a UniCredit per la violazione del GDPR (Regolamento generale sulla protezione dei dati) in seguito al data breach avvenuto ad ottobre 2018. La complessa attività istruttoria ha permesso di accertare l’assenza di misure di sicurezza efficaci per contrastare gli attacchi informatici.
UniCredit non ha protetto i dati
La notifica del data breach è stata inviata da UniCredit al Garante il 22 ottobre 2018. Dopo i primi tentativi di accesso effettuati tra l’11 e il 20 ottobre 2018, i cybercriminali hanno portato a termine l’attacco il 21 ottobre 2018. Utilizzando una rete Tor per nascondere l’indirizzo IP sono stati trovati i codici REB (identificativo per l’accesso al servizio di banca multicanale) di quasi 778.000 clienti.
A partire dal codice REB, i cybercriminali hanno scoperto nome, cognome e codice fiscale dei clienti. Per circa 6.800 di essi è stato scoperto anche il PIN di accesso al portale di mobile banking. Durante l’istruttoria, il Garante ha accertato che i suddetti dati erano visibili in chiaro all’interno del codice HTML di risposta ai tentativi di accesso. Inoltre non è stata prevista nessuna protezione contro gli attacchi “brute force”.
Considerando l’elevato numero di utenti coinvolti, la gravità della violazione e le tempestive misure correttive adottate, il Garante ha inflitto una multa da 2,8 milioni di euro.
Un secondo provvedimento è stato adottato nei confronti di NTT Data Italia. La società era stata incaricata di effettuare un penetration test sulla piattaforma mobile (app e web). Nonostante UniCredit avesse vietato il coinvolgimento di terze parti, NTT Data Italia ha “subappaltato” tale attività a Truel IT.
Quest’ultima ha individuato 10 vulnerabilità, due delle quali hanno portato al data breach. Il Garante ha quindi inflitto a NTT Data Italia una multa di 800.000 euro per aver affidato l’esecuzione del penetration test a Truel IT senza autorizzazione da parte di UniCredit e per aver comunicato in ritardo alla banca la violazione dei dati degli utenti.