In quella che potrebbe rappresentare una sentenza dal valore fondamentale anche per gli anni a venire, la Corte Distrettuale del Distretto Orientale del Texas ha respinto le accuse di violazione brevettuale mosse da Uniloc contro Rackspace.
Uniloc, ben nota società “non produttiva” ripiena di brevetti e dotata di una altissima propensione alla litigiosità legale contro tutto e tutti , è stata sconfitta dalla società di hosting con la difesa organizzata da Red Hat. E non a caso, visto che il motivo del contendere era proprio Linux.
Uniloc sosteneva in particolare che il kernel del Pinguino violasse il brevetto 5.892.697 registrato presso l’USPTO, una proprietà intellettuale che descrive l’applicazione di un algoritmo per la gestione dei numeri in virgola mobile. Gestione proprietaria, diceva Uniloc, platealmente violata dagli algoritmi matematici implementati in Linux.
Ma i giudici si sono trovati sulla sponda opposta rispetto alla posizione di Uniloc, e hanno sentenziato sia la legittimità del business di Rackspace (e quindi del kernel FOSS sottostante) che l’assoluta invalidità di un brevetto che non si sarebbe mai dovuto concedere a un’azienda privata.
La matematica non è brevettabile, ha stabilito la corte, e la sentenza arriva da un tribunale che in passato si è sempre distinto per essere a favore delle rivendicazioni brevettuali più discutibili. La speranza è che la lezione serva a Uniloc, agli altri “patent troll” e all’intero settore tecnologico impelagato nel confusionario scenario delle proprietà intellettuali brevettate.
Alfonso Maruccia