Suscita molta curiosità lo studio effettuato da alcuni ricercatori della State University of New York i cui risultati vedono i podcast come strumento ideale da affiancare agli appunti e alle dispense universitarie. I risultati sarebbero secondo gli studiosi molto soddisfacenti, al punto di ipotizzare un futuro fatto di aule sempre più deserte.
Per lo studio , la psicologa Dani McKinney ha affidato a 64 studenti lo studio di una lezione di psicologia, quindi ha provveduto a dividere gli studenti in due gruppi: uno equipaggiato con le tradizionali dispense cartacee, l’altro con le istruzioni per reperire il podcast relativo alla lezione. Ad entrambi i gruppi, quindi, è stato chiesto di prendere appunti sia durante lo svolgimento in aula della lezione, sia nella successiva rielaborazione con l’ausilio, a seconda del gruppo di appartenenza, del supporto digitale o cartaceo.
Per verificare i risultati dati dalla diversificazione del metodo utilizzato, McKinney e il suo staff hanno fissato un test di verifica fissato ad una settimana esatta dalla lezione. Nonostante si trattasse di un test non valido dal punto di vista didattico, gli studiosi hanno cercato di mantenere alto il livello della competizione mettendo in palio un bonus di credito pari a 15 dollari da spendere su iTunes.
Dai risultati sarebbe emerso come gli studenti muniti di podcast abbiano conseguito risultati complessivi più alti degli altri: la media del gruppo digitale si aggira intorno ai 71/100, contro una media di 62/100 ottenuta da chi si è preparato per il test con il solo supporto cartaceo e i propri appunti. I punteggi più alti sono stati riscontrati negli studenti che hanno dichiarato di aver sentito più volte le registrazioni fornite loro.
Uno strumento utile, quello del podcast, ma che potrebbe rivelarsi un’arma a doppio taglio: secondo gli autori dello studio alcuni professori affiderebbero i preziosi download ad un numero ristretto di studenti per evitare la desertificazione delle lezioni in aula. Lo stesso studio di McKinney e colleghi si chiede fin dal titolo se davvero i podcast siano in grado di soppiantare i docenti: “non ancora” commenta la dottoressa. “Credo che tecnologie simili possano costituire un valido strumento di supporto alle lezioni classiche, specialmente per quelle generazioni cresciute su Internet”.
L’esperimento in sé si candida a valorizzare il progetto avviato nel 2006 da Apple, iTunes University , volto a fornire ai vari campus una piattaforma utile a diffondere in maniera gratuita interi programmi universitari, scaricabili sia su computer che su player multimediali.
Vincenzo Gentile