SCO Group è uno zombi che non avrebbe più alcuna ragione di esistere su questo pianeta, non fosse per il fatto che il cadavere della ex-Caldera Systems viene mantenuto in (ri-)animazione forzata da una litigiosità senza precedenti – e sin qui senza basi legali. Il tentativo di far valere i propri – presunti – diritti su UNIX in tribunale nei confronti di Novell si è sin concluso in un nulla di fatto, ma SCO ha deciso di ricorrere in appello nonostante il giudizio costantemente negativo ricevuto da tutte le giurie e i collegi che si sono interessati del caso.
La negazione di un nuovo processo , seguito di una sconfitta in appello davanti alla giuria e prima ancora di una multa milionaria da corrispondere a Novell non hanno evidentemente placato gli assatanati legali di SCO, che nel disperato e improbabile tentativo di ribaltare una storia processuale costellata solo di fallimenti hanno chiesto alla Corte di Appello del Decimo Distretto di riconsiderare nuovamente il caso, eventualmente concedendole il diritto alla celebrazione di un nuovo processo.
Dunque si ricomincia: SCO vuole che un giudice – uno qualsiasi, basta che vesta una toga – le conceda quello che apparentemente è suo, vale a dire i diritti di sfruttamento su alcune tecnologie UNIX i cui effetti pratici ricadono anche su Linux, il “nipotino” open source del nonno di tutti gli OS moderni. E ovviamente sulle aziende che su di esso basano il proprio business, incluse Novell e IBM.
SCO continua a non avere un soldo , a essere in bancarotta controllata, a non voler pagare un centesimo della multa da oltre 2 milioni di dollari concessa a Novell. Nel contempo pretende che il sistema giudiziario statunitense continui a correre in circolo con la sua eterna causa legale contro Novell, Linux e il mondo intero.
Alfonso Maruccia