La sentenza dello scorso novembre pareva aver stroncato definitivamente ogni pretesa di SCO Group sulla proprietà dei copyright di UNIX System V (SVRX), ma così non è stato. Di recente una corte di appello federale ha infatti rimesso in discussione l’intera questione, affermando che SCO può ancora rivendicare in tutto o in parte i copyright di UNIX.
Come si ricorderà, nel 1995 SCO ha acquistato da Novell certi asset – tra cui il codice sorgente – dello UNIX AT&T, diventando la comproprietaria di tutti i diritti di licenza su questo sistema operativo. SCO afferma che il contratto di acquisto, il cosiddetto Asset Purchase Agreement , contemplava anche il trasferimento dei copyright di UNIX, mentre Novell ritiene che tali diritti siano rimasti di sua esclusiva proprietà.
Se nel 2008 il giudice Kimball diede torto a SCO, stabilendo che quest’ultima doveva risarcire a Novell 2,5 milioni di dollari, nella sentenza di appello ( qui il testo integrale in PDF) si afferma che SCO può dimostrare che almeno una parte dei copyright di UNIX le sono necessari per esercitare i diritti contemplati nell’accordo di acquisizione. Il tribunale d’appello ritiene pertanto che la questione meriti di essere riesaminata da una giuria.
“Non abbiamo preso alcuna decisione definitiva su quale parte possegga i copyright di Unix o quali copyright siano necessari a SCO per esercitare i propri diritti previsti dal contratto” si legge nella sentenza d’appello. “Rimettiamo tali questioni nelle mani della giuria che dovrà provare questi fatti”.
Per SCO è dunque ancora presto per cantare vittoria, ma il suo CEO, Darl McBride, già suona la carica. “Questa non è la fine della guerra, ma certamente possiamo dire di aver vinto una battaglia molto importante” ha dichiarato il dirigente al Salt Lake Tribune . “Ora è tempo di affrontare le prossime battaglie con la consapevolezza di avere la vittoria in mano”.
Ma questa sentenza d’appello potrebbe essere arrivata troppo tardi per SCO. Come ricorda in questo post Steven J. Vaughan-Nichols, blogger di Computerworld , “SCO è un morto che cammina”. La società si trova infatti da tempo in amministrazione controllata, e ogni decisione presa dai suoi dirigenti dev’essere previamente vagliata e autorizzata da un amministratore fiduciario nominato dal tribunale.
L’opinione di Pamela Jones, curatrice del blog paralegale Groklaw , è che SCO sia destinata alla liquidazione, e che presto “ogni singola briciola di questa società sarà venduta per pagare i creditori”. A rafforzare questa ipotesi interviene il fatto che, al contrario di quanto sperato da McBride, ad oggi SCO non ha trovato alcun finanziatore disposto ad investire nella sua società ed accollarsene in tutto o in parte i debiti. A ciò va aggiunto che, alcuni mesi fa, la corte che controlla le attività economiche dell’azienda ha bocciato un piano di ristrutturazione che prevedeva la vendita, per 2,4 milioni di dollari, degli asset di SCO relativi a UNIX.
Alessandro Del Rosso