Lo sbarco dell’uomo sulla Luna di cui oggi celebriamo il 50esimo anniversario non ha costituito solo un’impresa dal punto di vista tecnico e scientifico, la concretizzazione di un programma d’esplorazione spaziale che vide allora gli investimenti degli Stati Uniti fruttare prima di quelli del concorrente russo. Quel primo piccolo passo di Neil Armstrong sulla superficie del nostro satellite ha rappresentato anche la dimostrazione di come la realtà, talvolta, arrivi a superare la fantasia.
L’uomo sulla Luna, realtà e fantasia
Poco più di mezzo secolo prima il mondo dell’arte immaginava con l’opera avveniristica Le Voyage Dans la Lune di Georges Méliès (1902) un lontano futuro in cui il genere umano sarebbe stato in grado di lasciare la Terra per atterrare su quel corpo celeste così vicino a noi eppure all’epoca ancora ritenuto irraggiungibile. Lo faceva con una pellicola divenuta iconica, dichiaratamente ispirata al romanzo De la Terre à la Lune scritto pochi decenni prima da Jules Verne, resa celebre da quell’immagine che raffigura la luna con un volto umano, quasi a volerle conferire i nostri connotati.
Considerato la prima vera pellicola di fantascienza, oggi forse non stupisce per i suoi effetti speciali, ma al tempo fu realizzato con apparecchiature ritenute all’avanguardia, con la tecnica “a quadri” (caratterizzata da inquadrature fisse), ricorrendo ad accorgimenti come la doppia esposizione e con riprese da ben 16 fotogrammi al secondo. Di seguito la versione a colori presentata nel 2011 al Festival di Cannes e accompagnata dalla colonna sonora composta dal duo francese di musica elettronica AIR.
Méliès immaginava il suo viaggio sulla Luna poco più di un secolo fa e dopo qualche decennio ci siamo arrivati. Oggi abbiamo visto al cinema pellicole come The Martian o Interstellar: quanto manca allo sbarco su Marte e all’arrivo di astronavi in grado di muoversi attraverso il continuum spazio-temporale?