Che la US Army veda nei videogiochi un potenziale mezzo di successo per la formazione dei propri soldati non è più un mistero: l’Esercito statunitense ci crede davvero, fino al punto di varare un progetto da 50 milioni di dollari da investire per la realizzazione di nuovi videogame utili ad addestrare al meglio le proprie truppe.
Per il progetto, che partirà in maniera attiva nel 2010, è stata creata una vera e propria unità di sviluppo, la Project Executive Office – Simulation Training and Instrumentation ( PEO-STRI ) cui è affidato l’incarico di sviluppare i titoli. Per fare questo, lo speciale dipartimento monitorerà costantemente le tecnologie utilizzate dall’industria videoludica commerciale, utilizzando nei propri giochi quelle ritenute più idonee allo scopo di formazione militare.
Il primo game nascerà sulle ceneri di DARWARS Ambush , sparatutto in prima persona nato per il settore consumer e successivamente modificato dall’Esercito per meglio adattarsi alle strategie di addestramento dei soldati. Denominato con il titolo provvisorio di Game After Ambush fornirà un campo di battaglia più ampio, nonché la possibilità di collegare tramite Internet diversi plotoni, ampliando così il numero di persone coinvolte in simultanea nell’addestramento.
Ma non saranno soltanto i videogame a rientrare nel progetto: in attesa dei nuovi titoli, la game unit ha a disposizione un ulteriore budget non meglio quantificato, utile ad acquistare sistemi videoludici di ultima generazione. Ogni sistema sarà composto da una cinquantina di computer equipaggiati con numerose periferiche dedicate al gaming come volanti, joystick, bazooka, mouse e via dicendo.
Alcuni di questi sistemi saranno attivi già dal febbraio del prossimo anno: stando a quanto dichiarato dal project director Leslie Duvow, entro settembre 2009 ci saranno già 70 sistemi di training videoludico dislocati in 53 postazioni suddivise tra Stati Uniti, Germania, Corea del Sud, nonché in Italia.
Tra le caratteristiche essenziali dei nuovi apparati, flessibilità e facilità d’utilizzo: l’Esercito ha espressamente richiesto un sistema di gioco che non sia troppo dispendioso e che non necessiti di particolari interventi di manutenzione o di un numero elevato di persone per farlo girare. Ma non solo: deve essere facilmente programmabile, permettendo ai militari di cambiare in corsa vari parametri che vanno dalla difficoltà dei livelli all’editing dello scenario, senza trascurare la cosiddetta moviola per poter analizzare con comodo le azioni e le strategie di gioco. Inoltre i vari sistemi saranno facilmente trasportabili, per essere installati in luoghi diversi, assecondando le esigenze dei militari.
“I soldati potranno guidare veicoli virtuali, utilizzare armi, guidare aerei militari, insomma tutto quello che un soldato può fare nella realtà, muovendosi in diversi campi di battaglia che vanno dalle zone urbanizzate a quelle più impervie. L’immaginazione sarà l’unico limite da superare” ha dichiarato Mark McManigal, colonnello dell’Esercito statunitense.
Vincenzo Gentile