Una bionda di celluloide. Si è descritta così Patricia McIlvaine , che per sbarcare il lunario a New York prova a vendere fiori per telefono. Mentre di notte coltiva la sua più grande passione: il cinema. In particolare, la donna statunitense è un’attenta artigiana della sceneggiatura, nella speranza di poter costruire online uno dei più ricchi archivi in materia. Una sorta di biblioteca virtuale delle sceneggiature , che rimanga a disposizione di studenti, appassionati, addetti ai lavori.
Ma le ambizioni di Patricia McIlvaine potrebbero presto sfumare al suono sinistro del martello legale. La bionda di celluloide rischierebbe una sanzione stratosferica per aver fatto circolare online circa 100 sceneggiature di proprietà della 20th Century Fox . Gli avvocati della major del cinema si sono così scagliati contro la donna, accusandola di non aver nemmeno mai chiesto l’autorizzazione per la distribuzione sul web.
15 milioni di dollari . È quanto vorrebbe ora il braccio legale della grande casa di produzione cinematografica, moltiplicando la somma di 150mila dollari per ciascuna delle sceneggiature pubblicate nell’archivio di McIlvaine. Nel documento relativo alla causa si elencano alcuni film, tra cui Edward mani di forbice , Alien , Wall Street . Sul capo della donna penderebbe un’aggravante: aver fatto circolare la sceneggiatura di Deadpool , ennesimo episodio della saga X-Men in uscita nel 2012.
La Twentieth Century Fox era già in passato partita all’attacco di alcune piattaforme web, ree di aver messo a disposizione degli utenti la copia di una sceneggiatura relativa a Water for Elephants , film di prossima uscita con Reese Whiterspoon e la star di Twilight Robert Pattinson. Un grattacapo in più per le major di Hollywood, già alle prese con i vari leak di pellicole come lo spin-off sulle origini di Wolverine e il premiatissimo The Hurt Locker .
Ma l’archivio di McIlvaine non pare aver semplicemente violato le leggi federali sul diritto d’autore. Secondo l’accusa , la pubblicazione delle sceneggiature avrebbe interferito – quindi danneggiato – con il faticoso processo creativo degli sceneggiatori assoldati dalla major. Il problema principale sembra essere legato al concetto di spoiler : verrebbero così danneggiati tutti quei fan che non vogliono assolutamente conoscere su Internet il dipanarsi di una trama .
Ci sono alcuni piccoli dettagli. Secondo la difesa, tutte le sceneggiature pubblicate dalla donna sono state prese da altre fonti web . Si tratta perciò di materiale già a disposizione dagli utenti e non trafugato da McIlvaine. Chissà se il giudice considererà altri fattori: la donna non avrebbe mai sfruttato l’archivio per guadagnare, non vendendo spazi pubblicitari né facendo pagare per eventuali credenziali d’accesso . Ma il suo amore per il cinema potrebbe ora portarla a pagare, e anche caro.
Mauro Vecchio