Al cospetto del giudice colonnello Denise Lind e dell’intera corte marziale a Fort Meade, l’ex-soldato statunitense Bradley Manning si è salvato dall’accusa più pesante dopo il rilascio dei cablo diplomatici alla piattaforma delle soffiate Wikileaks. La talpa di Julian Assange non ha “aiutato il nemico” con la pubblicazione dei documenti riservati sui cosiddetti diari della guerra in Iraq e Afghanistan.
Evitata la pena capitale, c’è ben poco da sorridere per il giovane Manning, che rischia un totale di oltre 130 anni di carcere per 17 tra i 22 capi d’accusa nei suoi confronti. Il giudice marziale Lind ha infatti condannato l’ex-soldato per furto di proprietà privata, violazione dei testi legislativi noti come Espionage Act e Computer Fraud and Abuse Act (CFAA), avendo permesso il rilascio non autorizzato di oltre 700mila documenti appartenenti al governo di Washington.
Here is the verdict. PIC #Manning faces 136 years Maximum Punishment. Sentencing begins tomorrow 9:30am pic.twitter.com/9H7Qg1OZJr
– Alexa ÒBrien (@carwinb) July 30, 2013
Affidata ad un cinguettio su Twitter la reazione dei responsabili di Wikileaks, che hanno puntato il dito contro il pericoloso estremismo nella sicurezza nazionale da parte dell’Amministrazione Obama.
Manning faces 136 years on the charges he has been convicted of today. Dangerous national security extremism from the Obama administration.
– WikiLeaks (@wikileaks) July 30, 2013
Nelle dichiarazioni rilasciate alla stampa dal founder Julian Assange, questa sarebbe la prima, pericolosa condanna contro un informatore della Rete, che dimostra come la trasparenza resti un valore sgradito o comunque trattato come fosse spionaggio. Lo stesso presidente statunitense avrebbe tradito le sue promesse iniziali, quando in campagna elettorale parlava di un atto di coraggio e addirittura patriottismo.
Gli attivisti di Electronic Frontier Foundation (EFF) hanno invece sottolineato come i dettami legislativi del CFAA vengano ormai sfruttati a mani basse dal governo USA per perseguire hacker e spifferoni digitali, a cui sarebbe indirizzata la lezione della condanna di Manning.
C’è chi ha poi ipotizzato un destino simile per il founder di Wikileaks Julian Assange, qualora finisse nelle mani delle autorità statunitensi dopo l’asilo nell’ambasciata ecuadoriana a Londra. Assange potrebbe infatti venire incriminato in qualità di cospiratore, avendo collaborato con Manning per il rilascio dei War Diaries . Una sentenza definitiva è attesa in tempi brevi, con un testo più dettagliato sulle motivazioni della corte marziale di Fort Meade.
Mauro Vecchio
Fonte immagine: Savebradley