La Russia sembra aver in qualche modo lavorato per favorire l’elezione di Donald Trump alla Presidenza degli Stati Uniti: a riferirlo non è il comitato elettorale del Partito Democratico, ma la CIA e, seppur in maniera molto mitigata, anche l’FBI.
Anche se c’è già un Presidente eletto, d’altra parte, negli Stati Uniti continuano i conteggi voto per voto nei singoli seggi e se non potranno cambiare radicalmente i risultati, sembra invece certo che tutte le analisi politiche finora fatte siano da buttare nel cestino, in quanto la distanza tra il vincitore e la sconfitta sarebbe destinata ad assottigliarsi incredibilmente: in questo scenario l’ipotesi di una qualche forma di intervento esterno sul voto appare sempre più preoccupante ed è anche per questo che già nei giorni successivi alla votazione più voci legate al Partito Democratico spingevano per un riconteggio .
A buttare benzina sul fuoco è ora la Central Intelligence Agency (CIA), secondo cui “personaggi collegati con il Governo russo” avrebbero fornito a Wikileaks migliaia di email, frutto di attacchi informatici, del Comitato elettivo del Partito Democratico e degli uomini più legati alla loro candidata Hillary Clinton con lo scopo preciso di favorire l’elezione del candidato repubblicano e per certi versi vicino a Putin, Donald Trump.
La CIA è arrivata a tale conclusione a seguito di una ricerca i cui dettagli sono segreti, ma che è stata comunicata ad alcuni senatori chiave in una riunione a porte chiusa raccontata dal Washington Post : secondo l’intelligence a stelle e strisce, d’altra parte, sarebbero state violate dai russi anche le caselle di posta del comitato Repubblicano senza però che fossero poi divulgate le email ottenute, ulteriore aspetto preoccupante della questione, dal momento che significherebbe che in mano ad una potenza straniera vi sarebbero documenti riservati relativi al Comandante in Capo degli Stati Uniti d’America.
Nella stessa occasione è stato chiamato ad intervenire anche l’FBI che, pur contestando le conclusioni circa la volontà specifica di elezione di Trump rispetto a Clinton, riconosce la possibilità che soggetti legati alla Russia abbiano tentato di interferire nelle elezioni a stelle e strisce. D’altra parte il Direttore del Bureau James B. Comey si trova a camminare su una pericolosa china parlando di questo argomento, dal momento che è al momento al centro di pesanti critiche per aver comunicato a pochi giorni dalle votazioni la riapertura di un possibile caso nei confronti di Hillary Clinton basato su nuove email poi rilevatesi ininfluenti.
Alla luce delle conclusioni della CIA, delle osservazioni dell’FBI e della pressione dei Democratici, Barack Obama ha ora avviato una revisione completa di tutti i possibili attacchi informatici collegati alla Russia nel corso della campagna elettorale del 2016 : il risultato di tale ricerca secondo le intenzioni del Presidente uscente sarà reso pubblico prima che lui lasci la Casa Bianca, in modo che i cittadini americani siano il più possibile consapevoli della eventuale interferenza russa durante le elezioni.
Il Presidente eletto Trump, da parte sua, ha respinto con forza tale ipotesi, sostenendo che “queste sono le stesse persone che dicevano che Saddam Hussein aveva armi di distruzione di massa”.
Claudio Tamburrino