La domanda mondiale di energia sale continuamente: negli States sono ormai annosi i segnali che suggeriscono di por mano a buonsenso, spine e interruttori. Già: un recente studio dell’Electric Power Research Institute indica che oggi nella tipica casa statunitense si potrebbe risparmiare dal 7 all’11 per cento dell’energia solo riducendo il consumo degli accessori in stand-by.
“Abbiamo tutta la tecnologia che vogliamo nei nostri cellulari, nelle TV al plasma e nelle auto, ma quando si guarda all’elettricità, siamo allo stesso livello dei nostri nonni”, dice al New York Times Ahmad Faruqui, economista di Brattle Group . E il quotidiano non risparmia di evidenziare altri strali dell’Electric Power Research Institute, secondo cui la tipica casa americana ha 27 apparecchi in stand-by , cioè 27 vampiri energetici che succhiano corrente elettrica 24 ore su 24 , anche quando non vengono utilizzati.
Moltissime sono le tecnologie in studio ed altrettante quelle già disponibili per limitare questo fenomeno ma al fondo di tutto resta una sostanziale apatia , una indolenza che impedisce di agire sul classico interruttore dopo aver azionato il telecomando, o sulla “ciabatta” che disconnetta dalla rete tutti i dispositivi collegati. Senza contare che su certi apparecchi l’interruttore (quello vero) manca del tutto: per i costruttori rappresenta un’economia di produzione, i cui costi vengono semplicemente “traslati” sull’utenza finale, che li paga in termini di maggiori consumi energetici.
Nei maggiori paesi industrializzati, i vampiri sono tipicamente stereo, lettori DVD, computer, televisori, ricevitori satellitari, dispositivi che perlopiù che vengono sistematicamente “spenti” attraverso il telecomando o il pulsante di accensione. Tutte operazioni che non equivalgono ad un vero spegnimento : un pulsante è ben diverso da un interruttore.
Sebbene alcune case di produzione come Fujitsu-Siemens si siano impegnate nella produzione di apparecchi TV il cui stand-by sia il più “verde” possibile, manca ancora una fattiva e consapevole collaborazione degli utilizzatori finali, nessuno escluso: “La tecnologia (per risparmiare, ndr) è qui. Ma ritengo che (per vedere i risultati, ndr) si prospetti un orizzonte di oltre 10 anni”, ammonisce Bill Ablondi, direttore analisi sistemi domestici di Parks Associates , azienda specializzata in consulenze di mercato.
Ancora una volta, dunque, giunge un richiamo da distribuirsi ad ampio spettro, nella consapevolezza che tanti piccoli watt fanno kilowatt , e tanti piccoli kilowatt fanno megawatt . Basta solo un po’ di buona volontà : un sano, reale, rumoroso “clack” di un interruttore vero , di cui possono essere facilmente dotati tutti quegli apparecchi che non ne hanno: se adottato sistematicamente contribuirebbe a formare un bel gruzzolo di megawatt risparmiati. E un gran bel respiro di sollievo per il pianeta.
Marco Valerio Principato