Gli Archivi Nazionali USA hanno smarrito un hard disk contenente una quantità di dati sensibili relativi al periodo dell’amministrazione Clinton. All’interno del disco vi sarebbero informazioni personali sui membri dello staff presidenziale, indirizzi e persino informazioni sulle procedure operative di CIA e Casa Bianca. E così, mentre le autorità federali aprono l’inchiesta di rito, si riapre il dibattito sulla sicurezza dei dati pubblici.
Sono stati gli stessi responsabili degli Archivi Nazionali ( NARA ) a dare notizia dello smarrimento, che sarebbe stato scoperto alla fine del marzo scorso. L’agenzia, si legge in un comunicato ripreso dal New York Times “sta gestendo con la massima serietà la perdita dell’hard disk esterno, all’interno del quale si trovavano copie di backup di documenti provenienti dall’ufficio esecutivo del presidente Clinton.”
La dinamica materiale della scomparsa non è chiara. Secondo quanto riportato al Washington Post da una fonte anonima, il supporto informatico sarebbe stato lasciato a giacere su un armadio dei NARA per un periodo imprecisato di tempo. Dopodiché, i funzionari dell’ufficio non sarebbero più stati in grado di ritrovarlo.
Neppure i tempi effettivi dello smarrimento sono del tutto chiari: i responsabili parlano di un periodo compreso tra Ottobre 2008 e Marzo 2009. Quel che è certo però è che all’interno del disco, capace di contenere fino a 1 Terabyte di dati, vi erano verbali di riunioni, trascrizioni di interventi politici, descrizioni di procedure operative relative alla CIA e alla stessa Presidenza. Non solo: secondo alcune ricostruzioni tra le persone investite dalla perdita di dati sensibili vi sarebbe anche una delle figlie dell’ex vicepresidente Al Gore.
Insomma, per gli Archivi Nazionali si apparecchiano tempi duri. Nel documento di spiegazioni pubblicato sul proprio sito, i responsabili della struttura spiegano di essere al lavoro per capire la portata effettiva – in termini di quantità di persone e qualità delle informazioni – dell’accaduto. Nel frattempo L’FBI ha aperto un’inchiesta, ed anche i comitati parlamentari responsabili della sicurezza nazionale si stanno interessando del caso.
“Questa enorme perdita di dati solleva diversi dubbi rispetto all’efficacia delle procedure di sicurezza impiegate dal NARA” ha detto al Post Darrel Issa, uno dei componenti della Commissione parlamentare competente. Issa ed i suoi colleghi hanno anche chiesto che il direttore degli Archivi si presenti davanti al Congresso per “spiegare come abbia potuto verificarsi una falla tanto imponente”.
Secondo la ricostruzione di Issa, che cita la testimonianza diretta dei responsabili NARA, il supporto sarebbe stato spostato da un’area di massima sicurezza degli Archivi ad un’altra, alla quale hanno accesso oltre 100 persone tra cui stagisti, addetti alle pulizie, visitatori esterni. I dirigenti degli Archivi ammettono di “non sapere se il drive sia stato rubato, perduto, o diversamente smarrito”, e offrono una ricompensa fino a 50mila dollari per chiunque sia in grado di fornire informazioni utili al ritrovamento del supporto.
La preservazione dei dati personali sensibili è uno dei temi più cruciali e difficili da gestire per le amministrazioni e i cittadini di tutto il mondo. A fronte di processi di digitalizzazione delle basi di dati sempre più diffuse e pervasive, le autorità pubbliche hanno più volte palesato la propria difficoltà a tutelare adeguatamente le informazioni individuali, incappando in numerose (e pericolose) gaffe .
Giovanni Arata