A breve distanza dalla condanna inflitta dalle autorità del proprio paese d’origine, la Romania, sul cracker Guccifer si abbattono anche le accuse delle autorità statunitensi. L’uomo, sospettato di aver ottenuto con mezzi illeciti la corrispondenza privata di due ex-presidenti degli States e di altri tre alti funzionari dell’amministrazione statunitense, è stato accusato di accesso non autorizzato a un sistema informatico, di furto di identità aggravato, di cyberstalking e di aver interferito con il corso della giustizia.
I sospetti delle autorità statunitensi riguardano un intervallo di tempo che va dal dicembre 2012 al gennaio 2014: in questo periodo il 42enne Marcel Lehel Lazar, noto alle cronache come Guccifer, avrebbe trovato il modo di accedere alle caselle di posta elettronica un membro della famiglia di due ex presidenti degli States, semplicemente documentandosi sulla sua vita privata e rispondendo alle domande di sicurezza proposte a presidio del suo account, e avrebbe violato gli account email e dei social media di altri funzionari dell’amministrazione statunitense.
Se le note diffuse dalle autorità USA non citano alcun nome, Guccifer non ha mai fatto mistero delle proprie gesta: all’inizio del 2013 aveva vantato le responsabilità di un attacco alla famiglia Bush, diffondendo informazioni sensibili e dettagli della vita dei due ex presidenti George W. Bush e George H.W. Bush, fra cui le immagini degli acquarelli dipinti dal 43esimo presidente degli States; aveva poi informato il mondo delle relazioni romantiche emerse dalla violazione della pagina Facebook del Generale Colin Powell, e delle incursioni ai danni di numerose celebrità.
Le accuse nei confronti di Guccifer sono state formalizzate, il cracker ora si trova in carcere in Romania, per scontare i quattro anni comminati dalla giustizia del suo paese. Non è ancora chiaro se sul suo capo penda una richiesta di estradizione da parte degli Stati Uniti.
Gaia Bottà