L’ Unmanned Aircraft Systems Registration Task Force , il gruppo incaricato dalla Federal Aviation Administration (FAA) di stabilire modalità e regole per il registro nazionale dei droni ha presentato il proprio lavoro: l’ Unmanned Aircraft Systems (UAS).
Alla base della decisione delle istituzioni statunitensi di costituire un vero e proprio registro vi è la constatazione di un settore in esplosione: solo nel 2014 FAA afferma che hanno volato nei cieli statunitensi oltre 200mila UAV e che ha ricevuto 238 segnalazioni di operazioni potenzialmente pericolose condotte con essi.
Gli Stati Uniti sperano di garantire il senso di responsabilità dei loro piloti, costringendoli a riportare sul dispositivo telecomandato i dati per il loro riconoscimento riportati nel registro pubblico e legati al suo possessore: una soluzione nuova per gli Stati Uniti, dove non è per esempio previsto neanche un registro per le armi da fuoco.
Nel nuovo registro statunitense dovranno obbligatoriamente registrarsi, gratuitamente per i primi 30 giorni e poi al costo di cinque dollari , tutti i possessori di droni, meno pesanti di 55 pound e più di 0,55 (circa 250 grammi) , utilizzati per fini non commerciali.
Se una persona sarà colta a guidare un drone senza il necessario numero di riconoscimento, rischierà un multa fino a 27.500 dollari e fino a tre anni di prigione e 250mila dollari di danni .
Il nuovo regolamento entrerà in vigore dal prossimo 21 dicembre: giusto in tempo per registrare i nuovi droni che presumibilmente verranno scartati a Natale.
In Giappone, invece, il problema dell’anarchia dei droni verrà risolto con una squadra speciale di droni della polizia armati di rete.
Claudio Tamburrino