Nuovo capitolo giudiziario per il controverso progetto Google Book Search, sul quale si sono ammassate numerose critiche nonché accuse di violazione della legge antitrust statunitense: così come annunciato lo scorso mese, il Department of Justice statunitense ha confermato l’indagine in corso sull’intero affare definendola senz’altro significativa.
La disputa, iniziata ben quattro anni fa, è stata rinnovata nelle scorse ore dalla richiesta di intervento da parte del DOJ nell’affare che in molti continuano a vedere come un vero e proprio tentativo di accaparrarsi il monopolio sull’intero settore dei libri digitali. Alla richiesta di chiarimenti da parte del DOJ, il giudice incaricato sul caso Denny Chin ha risposto rimandando agli esponenti governativi un appello per chiarire le proprie tesi in un incontro fissato per il 18 di settembre, circa tre settimane prima dell’udienza in cui si deciderà se l’accordo sarà approvato o meno.
Come noto, l’ accordo siglato da Google lo scorso ottobre, se approvato, permetterebbe al colosso di Mountain View di gestire i diritti dei libri digitalizzati, nonché di rivenderli garantendo parte dei proventi agli autori e agli editori. L’aspetto più interessante, comunque, sembra essere quello legato ai cosiddetti orphan books , libri fuori dai programmi di ristampa o appartenenti ad autori irreperibili o sconosciuti.
La paura degli altri operatori del settore, che hanno espresso il loro apprezzamento per l’interesse alla vicenda del DOJ, è che Google riesca a stabilire un vero e proprio monopolio sull’intero settore, stracciando letteralmente qualsiasi tentativo di concorrenza da parte di terzi. Dal canto suo, Google si mostra disposta a fornire tutte le risposte necessarie, difendendo comunque il proprio progetto che viene visto come “un accordo non esclusivo che se approvato sarebbe utile ad espandere l’accesso a milioni di libri negli Stati Uniti”.
Vincenzo Gentile