C’è chi ha parlato dell’ultimissimo esempio di come un servizio promettente online sia scomparso nel nulla prima ancora di immaginare una strategia sicura per trarne profitto. Ricavi mai visti dalla statunitense AOL, che aveva deciso nel 2008 di intraprendere uno dei cammini imprenditoriali più rischiosi della sua storia.
Erano stati 850 i milioni di dollari versati dall’azienda a stelle e strisce per acquisire Bebo, il social network nato tre anni prima che era riuscito a raccogliere milioni di adolescenti britannici. Un investimento certo imponente, ora trasformatosi in un vero e proprio disastro finanziario .
AOL ha alla fine venduto Bebo, ad una società californiana di investimenti privati chiamata Criterion Capital Partners LLC . Ma il valore del social network per adolescenti sembra essere precipitato, facendo assumere alla transazione i caratteri di una svendita da bancarella.
Pare infatti che gli investitori di Criterion abbiano rilevato Bebo per una cifra che oscillerebbe tra i 5 e i 10 milioni di dollari . Che potrebbero paradossalmente risultare un lauto guadagno per AOL, date le sue precedenti intenzioni di chiudere per sempre il sito in mancanza di un acquirente interessato.
Popolare in Europa – ma soprattutto nel Regno Unito – Bebo non era riuscito ad attirare l’utenza statunitense, registrando nello scorso maggio un traffico di appena 5 milioni di utenti unici. Ovvero il 44 per cento in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, almeno secondo dati della società di ricerca ComScore . Un declino certamente alimentato dalla concorrenza di un altro social network. Tutto in blu.
Mauro Vecchio