Richiesta dai vertici del Department of Justice (DoJ) statunitense, una nuova sanzione nei confronti di Apple per il cartello messo in piedi con i principali editori anglofoni nella grande distribuzione dei libri in formato elettronico. Condannata in primo grado agli inizi dello scorso luglio, l’azienda di Cupertino era stata giudicata responsabile di un sensibile aumento dei prezzi sul mercato degli ebook.
Lo stesso Dipartimento di Giustizia a stelle e strisce ha ora proposto la revisione della sanzione a seguito di una nuova missiva elettronica inviata dal compianto Steve Jobs, a colloquio con i suoi uomini per costringere gli utenti a sfruttare i meccanismi di pagamento tramite iBookstore. In sostanza, il DoJ vorrebbe un cambiamento delle policy nella gestione degli acquisti in-app , visto che Apple avrebbe previsto una serie di restrizioni per tagliare la concorrenza di Amazon .
Nella tesi sbandierata dal governo statunitense, Cupertino avrebbe fatto di tutto per evitare che gli utenti potessero comparare i prezzi degli ebook tra iTunes e Kindle Store , impendendo alla società di Jeff Bezos di vendere direttamente i propri libri elettronici tramite applicazione iOS. Tra l’altro, queste restrizioni sarebbero valide solo per i beni digitali come un ebook, dal momento che i beni fisici possono essere tranquillamente acquistati in-app .
Dopo il nuovo carteggio di Steve Jobs, il DoJ ha chiesto di prorogare di anno in anno il provvedimento d’ingiunzione – che comunque dovrebbe scendere da 10 a 5 anni – emesso dal giudice Denise Cote, con la successiva istituzione di un regime di controllo esterno sulle politiche di vendita da parte di Apple. La proposta prevede anche che Apple rinegozi i suoi contratti con gli editori nel modo proposto dalla corte di Manhattan.
Dura la reazione del colosso californiano, che innesca il fuoco delle polemiche in vista del ricorso in appello contro la condanna. Il governo a stelle e strisce andrebbe ad offrire ad Amazon un significativo vantaggio competitivo sul mercato dei libri elettronici , partendo da accuse antitrust che la stessa Mela ha sempre respinto con vigore.
Mauro Vecchio