Gli agenti federali statunitensi hanno trattenuto e interrogato David Maurice House, ricercatore del MIT e amico del soldato Bradley Manning, accusato di essere la talpa che ha spifferato i segreti USA a uno dei siti più chiacchierati del momento: Wikileaks.
Secondo quanto riportato da Salon.com , il giovane studente americano sarebbe stato accolto dagli agenti al rientro da una vacanza in Messico, all’interno dell’aeroporto O Hare di Chicago. Dopo aver effettuato la perquisizione dei bagagli, i funzionari di polizia hanno sottoposto House a un interrogatorio durato 90 minuti , durante il quale hanno cercato di approfondire il suo rapporto con Manning , unico sospettato della fuga di notizie che ha portato a Wikileaks testimonianze scottanti sul conflitto in Iraq, Afghanistan e informazioni delicate sulla politica estera statunitense. Sequestrati il laptop, una chiavetta USB e la telecamera digitale del ricercatore, il quale, secondo i resoconti , si sarebbe rifiutato di fornire le password.
David House ha fornito il suo supporto nella costruzione del Bradley Manning Support Network , un gruppo impegnato nella raccolta di denaro a favore della difesa del soldato; House, inoltre, si sarebbe recato tre volte in carcere per far visita al suo amico. Il legame tra i due sarebbe confermato, tra l’altro, della presenza dello studente nella lista degli amici presente sul profilo Facebook dello stesso Manning.
Il fondatore di Wikileaks, Julian Assange, ha menzionato l’accaduto nel corso di una conferenza stampa tenutasi a Ginevra, precisando che David House è semplicemente un sostenitore della campagna Free Bradley Manning e non nasconde alcun tipo di affiliazione a Wikileaks .
Il fermo da parte della polizia federale non ha portato conseguenze spiacevoli per l’ingegnere del MIT: nessuna accusa, nessun avviso di garanzia, nessun sospetto. Solo il sequestro dei suoi beni, a questo punto non si sa bene giustificato in che modo.
Cristina Sciannamblo