USA, avvocato sì, blogger no

USA, avvocato sì, blogger no

Lo stato di New York potrebbe approvare una legge che vieterebbe l'uso di blog ad avvocati e studi legali. Qualsiasi comunicazione prodotta dai legali sarà equiparata ad uno spot pubblicitario
Lo stato di New York potrebbe approvare una legge che vieterebbe l'uso di blog ad avvocati e studi legali. Qualsiasi comunicazione prodotta dai legali sarà equiparata ad uno spot pubblicitario

New York (USA) – Qualcosa di singolare sta accadendo nel paese col numero più alto di blog (secondo le stime del motore di ricerca Technorati ): una nuova legge in esame nello stato di New York potrebbe mettere al bando gli avvocati da qualsiasi forma di comunicazione elettronica: e-mail e blog inclusi.

La notizia arriva da Ars Technica , che parla di una riforma “estremamente vasta che rischia di avere un impatto tremendo sui numerosi blog che parlano di affari giuridici, legge e giurisprudenza”. La norma introduce “qualsiasi tipo di comunicazione prodotta da avvocati” nella categoria dei messaggi promozionali .

Questo significherebbe che un semplice articolo riguardante “i servizi di uno studio legale” dovrà essere messo in evidenza come pubblicità , grazie a particolari accorgimenti grafici. Sotto il profilo teorico, infatti, il parere o la consulenza di un avvocato professionista pubblicato su Internet potrebbe essere interpretato come una promozione implicita dei servizi offerti.

“Questa nuova legge rischia di infrangere i diritti costituzionali sulla libertà d’espressione”, ha detto Ray Beckerman, gestore di un celebre blog che si occupa delle vicende legali dell’industria discografica americana, RIAA vs The People . Beckerman è impegnato professionalmente, tramite il proprio studio legale, nell’offrire servizi di consulenza e difesa legale. Parlare online dei propri casi, soprattutto per gli avvocati di New York, è infatti diventata una consuetudine.

Se la nuova legge dovesse entrare in vigore, Beckerman sarà costretto a chiudere i battenti del proprio blog o trasformarlo esplicitamente in un sito interamente promozionale. In generale, il confine tra fare un blog e fare pubblicità è sempre più sottile e difficile da individuare . Secondo alcuni osservatori, la proposta proveniente da New York potrebbe essere un primo tentativo per cercare di limitare il fenomeno della pubblicità occulta via Internet, spacciata per informazione genuina.

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Pubblicato il
18 set 2006
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