Alle sospensioni dei titoli per eccesso di rialzo o quelle per eccesso di ribasso eravamo già pronti, ma alle sospensioni per eccesso di attività social bisognerà abituarsi d’ora in poi. Appare infatti del tutto peculiare l’intervento della Securities and Exchange Commission che ha voluto sospendere le quotazioni di 15 gruppi a causa di sospette attività social apparentemente orientate a gonfiare e deviare la reale percezione dei gruppi stessi.
La SEC punisce l’influenza social
Secondo la SEC, insomma, erano in atto azioni distorsive che, tramite “meme” e social network (con ogni probabilità anche attraverso l’uso di bot), diffondevano informazioni faziose per persuadere ad investire su particolari aziende. Tutto ciò portava però a veri effetti speculativi con forti rischi per gli investitori, poiché fonte di influenzamenti utili a plasmare la percezione delle attività che queste aziende portano avanti. Tra i gruppi sospesi:
- Bebida Beverage Co. (BBDA);
- Blue Sphere Corporation (BLSP);
- Ehouse Global Inc. (EHOS);
- Eventure Interactive Inc. (EVTI);
- Eyes on the Go Inc. (AXCG);
- Green Energy Enterprises Inc. (GYOG);
- Helix Wind Corp. (HLXW);
- International Power Group Ltd. (IPWG);
- Marani Brands Inc. (MRIB);
- MediaTechnics Corp. (MEDT);
- Net Talk.com Inc. (NTLK);
- Patten Energy Solutions Group Inc. (PTTN);
- PTA Holdings Inc. (PTAH);
- Universal Apparel & Textile Company (DKGR);
- Wisdom Homes of America Inc. (WOFA).
Ulteriori sospensioni temporanee sono state preannunciate per altri cinque aziende. Tutto ciò avviene nei giorni in cui sono ripartite le scommesse al rialzo su GameStop, uno dei casi più clamorosi che la borsa USA abbia potuto vivere negli ultimi mesi. La SEC è stata tirata per la giacchetta più volte a causa dei silenzi su GameStop, ma in questo caso ha voluto precisare come il monitoraggio proattivo abbia portato alla scoperta di azioni social organizzate dalle stesse aziende e finalizzate specificatamente alla speculazione: un caso differente, insomma, ma sul quale la commissione ha voluto dimostrare il pugno duro.