Diversi negozi online hanno rimosso dalle loro offerte in vendita negli Stati Uniti la bandiera degli Stati Confederati ed i prodotti ad essa associati .
Si tratta di una questione squisitamente a stelle e strisce statunitense: la bandiera confederata , era quella degli Stati del Sud che durante la guerra civile americana combattevano contro quelli del Nord e per alcuni incarna ancora valori distorti come il razzismo intrinsecamente legato alle motivazioni schiaviste di quello scontro. Pur essendo un simbolo ancora molto diffuso nella cultura americana, in un certo senso caratterizzante alcuni paesi ed alcuni stili di vita, la polemica è infiammata solo di recente: con la bandiera incriminata è raffigurato in diverse fotografie l’uomo che ha recentemente sparato a nove persone nella Carolina del Sud in una storica chiesa della comunità afroamericana di Charleston. Dopo tale episodio, evidentemente, la bandiera della storia americana è di nuovo stata associata vividamente con il razzismo, e le aziende del settore si sono sentite in dovere di prendere una posizione soprattutto in considerazione dei perduranti problemi di razzismo vissuti dagli Stati Uniti di Obama.
Ad aver deciso quindi di rimuovere la contestata bandiera è stata per prima eBay che – forse per non rischiare di finire in vecchie polemiche, come quelle che la coinvolsero per le aste di memorabilia nazisti, illegali in certi stati europei – con un comunicato ha espresso l’opinione che essa possa rappresentare un simbolo controverso di divisione e razzismo e che quindi la sua rimozione è coerente alle sue policy che proibiscono “la vendita di oggetti che promuovono o glorificano l’odio, la violenza, il razzismo o l’intolleranza sessuale o religiosa o promuovano organizzazioni con tali ideologie”.
Dopo eBay è stato il turno di Amazon, che nonostante abbia registrato un vero e proprio boom della vendita di tali prodotti, ha deciso di seguire eBay. Poi è stato il turno di Google Shopping , Etsy e altri marketplace online come quello di Wallmart e Overstock .
In un eccesso di zelo, o molto più probabilmente per errore, è andata oltre Apple , che ha proibito dai suoi negozi online anche i giochi ambientati durante la Guerra Civile e le altre app raffiguranti per le più disparate ragioni la bandiera : accortasi dell’errore, tuttavia, ben presto i giochi sono iniziati a tornare disponibili, regolarmente accanto a tutti quelli che contengono la bandiera nazista.
Cupertino – senza ammettere apertamente il problema – ha riferito di “star rimuovendo da App Store solo quelle app che impiegano la bandiera degli Stati Confederati in maniera offensiva e quindi in violazione delle nostre linee guida” e che sono in comunicazione con gli altri sviluppatori per reinstallare quelle erroneamente rimosse.
A chiudere idealmente la questione sono i sempre provocatori sviluppatori di Molleindustria , già in passato bloccati da Apple per un’app ferocemente ironica, e che stavolta si distinguono mettendo – letteralmente – alla berlina la contestate bandiera ed i suoi più convinti oppositori.
Claudio Tamburrino