Recuperare le criptovalute provenienti dalle attività illecite può fruttare ai governi e alle autorità un gruzzolo niente male: un’ennesima dimostrazione è quella che giunge oggi da oltreoceano, dove il Dipartimento di Giustizia statunitense ha ceduto per 19,2 milioni di dollari i Bitcoin sottratti a due anni fa a Mark Simon.
Vendeva documenti falsi: gli USA rivendono i suoi BTC
Il criminale è finito in manette dopo essere stato ritenuto colpevole per aver venduto documenti falsi (patenti di guida ecc.) in cambio di BTC. All’epoca dei fatti, il valore delle crypto confiscate si attestava a circa 2,9 milioni di dollari, ma l’aumento del prezzo poi registrato (in particolare dalla fine dello scorso anno in avanti) ha portato al forte incremento.
Mark Simon è stato condannato a 24 mesi di reclusione e ha perso il controllo delle criptovalute intascate. Il caso ha preso il via nel marzo 2018, con l’indagine che in un primo momento aveva indicato in circa 500 BTC (al tempo oltre 5 milioni di dollari) l’entità del bottino accumulato dall’uomo e dai suoi presunti complici.
Cifre importanti, ma che senza dubbio impallidiscono di fronte al sequestro da un miliardo in Bitcoin di cui abbiamo dato notizia su queste pagine nel novembre scorso. Allora la valuta proveniva dal commercio illegale legato a Silk Road, uno dei più noti marketplace attivi sul Dark Web per la distribuzione di sostanze stupefacenti, armi e documenti falsi, chiuso nel 2013.