Un 21enne americano ha ammesso di aver fatto uso di una potente botnet ai danni di due siti: era il suo modo di punirne gli operatori per un comportamento – a suo dire – “ingiusto”.
Silenz , altresì noto come SilenZ420 e Gregk707 , all’anagrafe Gregory C. King, originario della California, a quel che si legge sarebbe un tipo piuttosto irascibile. È stato giudicato colpevole di almeno due tentativi di inviare codice malevolo con l’intento di causare danni ai computer dei siti CastleCops e Killanet .
Per legge ora lo attendono fino a 20 anni di carcere federale e una multa di 500 mila dollari , benché l’ammissione di colpa potrebbe fruttargli uno sconto consistente: dovrebbe trascorrere solo due anni dietro le sbarre e risarcire le sue vittime. La sentenza sarà pronunciata il prossimo 3 settembre, a cura del giudice Lawrence Karlton.
Secondo quanto emerge dai documenti legali, gli attacchi DDoS perpetrati da King sono stati così potenti da generare ben 70 mila dollari di danni solo ai due provider Internet che tengono in rete CastleCops e Killanet. Contrariamente alle abitudini di simili personaggi, il giovane – invece di preoccuparsi di nascondere le proprie tracce – ha spesso schernito le sue vittime in chat , addirittura mentre bersagliava i loro server con qualcosa come 1 gigabyte al secondo di dati. Questa bravata ha fatto perdere cinque giorni di tempo ai titolari dei due siti, nel tentativo di contenere l’assalto.
Non è da poco che il giovane si dedica a simili losche attività nei confronti di CastleCops e Killanet: lo ha fatto fin dal 2003 più e più volte, al punto di destare l’attenzione dell’FBI . Il suo “arsenale”, secondo gli inquirenti, è una botnet composta da circa 7 mila nodi , che egli stesso avrebbe “sottratto” ad altri cracker. A volte ha agito dalla connessione ADSL del padre, altre volte da Internet point pubblici, quali quelli dei magazzini Best Buy o dei ristoranti McDonald’s.
Tami Quiring, proprietaria di Killanet Technologies , non sa se gioire o meno dell’esito della vicenda: “Siamo contenti che tutto sia finito, ma due anni di galera dopo quattro anni d’inferno e tutti i danni che abbiamo subito, è qualcosa che non ci ripaga”.
Non è la prima volta, infatti, che, ammettendo la propria colpa, simili personaggi riescono ad ottenere sensibili sconti di pena: medesima dinamica – sia pure con presupposti diversi – ha coinvolto Owen Thor Walzer, noto anche come AKILL, responsabile di altre bravate dello stesso genere.
Marco Valerio Principato