New York (USA) – L’Ufficio Brevetti americano ha accettato di riesaminare la validità di un brevetto Microsoft relativo al file-system FAT. La richiesta di riesame era stata inoltrata lo scorso aprile dalla Public Patent Foundation (PUBPAT), un’organizzazione non profit che sostiene di battersi “per l’interesse pubblico contro i mali causati dal sistema americano dei brevetti”.
Lo scopo della PUBPAT è quello di far invalidare, o quanto meno ridimensionare, il brevetto di Microsoft al fine di rendere la tecnologia FAT di pubblico dominio e libera da royalty.
FAT, che la stessa Microsoft definisce “l’onnipresente formato utilizzato per lo scambio di file fra computer e dispositivi digitali”, è come noto il file-system supportato da tutte le versioni di Windows. Sebbene Microsoft stia rimpiazzando anche nelle versioni consumer del proprio sistema operativo il suo vecchio file-system col più moderno e avanzato NTFS, FAT conserva la sua importanza nel settore delle schede di memoria flash e nel mondo open source, che lo utilizza come lingua franca per consentire lo scambio e la condivisione di dati fra Windows e diversi software free, come Linux e Samba.
Da quando lo scorso anno il gigante del software ha annunciato di voler dare in licenza il proprio file-system FAT “a dei termini ragionevoli”, molti temono che sui software open source che utilizzano tale formato il brevetto di Microsoft rappresenti una spada di Damocle. In qualsiasi momento il big di Redmond potrebbe infatti rivendicare royalty dal Linux e da altri progetti open source: se ciò avvenisse, questi ultimi dovrebbero – sia per motivi economici che per quanto stabilito dalla licenza GPL – rinunciare a supportare il file-system di Microsoft.
“Siamo ovviamente molto compiaciuti della decisione presa dall’Ufficio Brevetti”, ha commentato Dan Ravicher, Executive Director and Founder della PUBPAT. “Questo è il primo passo verso la cessazione dei mali causati, e mai risolti, da questo brevetto”.
Microsoft, che si è detta sicura della validità del proprio brevetto, ha voluto minimizzare la piccola vittoria di PUBPAT sostenendo che è prassi comune, per l’Ufficio Brevetti, accettare la maggior parte delle richieste di riesame che gli pervengono. La fondazione non profit guidata da Ravicher ha tuttavia ribattuto che in circa il 70% dei casi la revisione di un brevetto ha come risultato la sua revoca (12%) o una sua restrizione (58%).