C’è chi ha subito smorzato gli entusiasmi: l’amministrazione del presidente Barack Obama non rivoluzionerà le attuali leggi statunitensi sul copyright. Nessuna apertura agli usi legittimi dei vari contenuti , solo una serie di nuove regole che potrebbero essere dettate dalle grandi sorelle del disco o del cinema.
Osservazioni amare, partorite con disillusione in seguito alla pubblicazione online di un documento di circa 90 pagine. Un nuovo report diramato dallo U.S. Intellectual Property Enforcement Coordinator , vergato dalla cyberzarina Victoria Espinel per far luce sull’immediato futuro del diritto d’autore in terra statunitense.
Ad emergere con maggior forza sono stati tutti quei possibili strumenti legislativi per la lotta alla pirateria e alla contraffazione. A cominciare dal tanto chiacchierato Anti-Counterfeiting Trade Agreement (ACTA), che “aiuterà i detentori dei diritti e il governo degli Stati Uniti a combattere la violazione del copyright”.
Nessuna menzione del concetto di fair use , dei possibili usi legittimi di un determinato contenuto. Vari osservatori hanno dovuto constatare uno scarso – se non nullo – interesse verso una diversa filosofia del diritto d’autore, a detta loro altrettanto positiva per favorire lo sviluppo e l’innovazione.
Verso quale direzione andranno le nuove revisioni legislative è apparso chiaro: gli Stati Uniti continueranno con una sorta di crociata contro gli spazi web della condivisione illecita , come testimoniato dalle centinaia di sequestri negli ultimi mesi. Si attenderanno ora novità sostanziali sulla futura implementazione del Combating Online Infringement and Counterfeiting Act (COICA).
C’è chi non è riuscito a trattenersi: le nuove leggi sul copyright a stelle e strisce altro non rappresenterebbero che la soddisfazione dei bisogni dell’industria dei contenuti. Il futuro del diritto d’autore risiederebbe nelle stesse menti che hanno partorito il Digital Millennium Copyright Act (DMCA).
Mauro Vecchio