Un Senatore degli Stati Uniti, il democratico Whip Dick Durbin, ha chiesto alle principali aziende del suo Paese che operano in Rete di spiegare nei dettagli le loro operazioni in Cina.
La richiesta arriva nel momento probabilmente più opportuno: nei prossimi giorni si parlerà in aula dell’efficacia o meno di un codice di autoregolamentazione, la Global Network Initiative , adottato da tali aziende. Il 2009, d’altronde, è stato, anche secondo le osservazioni di OpenNet Initiative , un anno in cui i controlli di Internet sono aumentati, tanto da riguardare oggi il 32 per cento dei netizen.
Il dialogo in Parlamento partirà dalla vicenda Google in Cina, che in questo scenario ha un ruolo fondamentale. “Google ha dato un grande esempio opponendosi alle continue richieste del Governo cinese contro la libertà d’espressione e la privacy. Attendo con ansia di sapere se altre aziende americane intendono seguirlo”, ha dichiarato Durbin.
Il Senatore ha infatti deciso, per avere queste risposte, di spedire lettere informative ai principali attori del settore, tra cui Facebook, Cisco, Twitter, Oracle, Skype, Apple, Amazon e eBay.
La domanda principale è come intendono contribuire a proteggere i diritti umani: la Global Network Initiative è stata sviluppata per fare chiarezza sulle policy adottate dagli operatori della rete nei confronti di paesi che attentano alla libertà di espressione online. Che significa, per le aziende che lavorano su Internet, spiegare come ci si destreggia fra censura e divieti e quanto si è disposti a collaborare (fino a mettere a disposizione le proprie conoscenze tecniche) con governi che chiedono controllo e annientamento della privacy.
Le aziende chiamate in causa potranno rispondere direttamente al Senatore o anche aspettare l’udienza indetta sull’argomento il prossimo mese.
Claudio Tamburrino