Negli Stati Uniti si torna a parlare di chip contraffatti , “parti” tecnologiche provenienti da fonti incerte o (nel peggiore dei casi) truffaldine per essere poi montati sui costosi armamenti militari in dotazione alla difesa statunitense. Un rapporto della Missile Defense Agency denuncia “il pericolo chiaro e presente” del fenomeno, parlando di minaccia alla sicurezza delle armi e della vita dei soldati e degli ufficiali statunitensi.
Stando al rapporto presentato dal Luogotenente Generale (generale a quattro stelle) Patrick ÒReilly presso il Comitato del Senato sui Servizi Armati, negli ultimi cinque anni sono stati individuati almeno sette casi in cui componenti elettronici spacciati per nuovi ma riciclati altrove sono finiti sulla strumentazione degli armamenti statunitensi.
In un caso 1.700 chip di memoria provenienti da un “distributore non autorizzato” hanno mostrato segni di utilizzo precedenti, dice il rapporto, mentre in un altro 67 componenti di sintetizzatori di frequenza sono stati identificati come “ri-marchiati e falsamente rivenduti come parti di ricambio nuove”.
Il fenomeno dei chip contraffatti pone un rischio alle armi e alle truppe USA, dice il senatore Carl Levin dallo scranno del Comitato di Capitol Hill, qualcosa va fatto e se è necessario la politica proporrà anche di ispezionare i componenti elettronici alla dogana. “Faremo qualcosa – promette Levin – non possiamo più affidarci all’iniziativa dei cinesi che è stata messa alla prova per un lungo periodo di tempo”.
Alfonso Maruccia